Questo blog si ispira all'opera di Galileo Galilei che fu uno dei padri del metodo scientifico della scienza moderna. E in nome della scienza vera sono impegnato nella battaglia contro la superstizione, il pregiudizio e l’egemonia delle religioni. E una superstizione è quella che alla base del riscaldamento globale ci sono le attività dell’uomo. Niente di più sbagliato, come è detto in molti articoli di questo sito. Marx, poi, la scienza la applicò anche all’analisi della società e degli aspetti economici di questa, traendone la conclusione che è necessaria una società nuova che viva nel benessere e lontano dalle guerre. L’unione fa la forza, contro il malessere e la solitudine.


Studio: 3 volte su 4 è tristezza, non depressione

Notizia pubblicata da Staibene.it il 7/9/07:Semplici sbalzi di umore o comuni momenti di tristezza vengono talvolta spacciati come sintomi depressivi, anche quando di depressione non si tratta. Secondo un recente studio pubblicato sul British Medical Journal, i casi di depressione veri e propri sono molto meno di quelli curati e diagnosticati. Gordon Parker, dell'Università del New South Wales, in Australia, ha indagato nell’arco di 15 anni su 242 insegnanti. Tre quarti di loro rispondevano ai criteri con cui si definisce la depressione: in alcuni momenti della loro vita si sentivano tristi, giù di morale, melanconici. “Ma questi non sono i sintomi di una reale depressione clinica che necessita di cure mediche”, ha spiegato Parker. Negli ultimi 30 anni, secondo le sue osservazioni, i casi di depressione sono aumentati notevolmente perché i suoi sintomi si sono estesi anche nel campo dei normali stati d'animo della tristezza. “Ciò porta a una erronea prescrizione di medicinali, che non hanno effetti, illudendo i pazienti di poter essere più felici”. Oggi almeno un adulto su cinque si ritiene depresso. L'Inghilterra ha raggiunto il record di più di 31 milioni di prescrizioni per antidepressivi, con una crescita del 6% negli ultimi due anni. Secondo un'altra corrente di pensiero, il numero crescente di diagnosi di depressione sarebbe positivo perché avrebbe ridotto i casi di suicidio e di malattie mentali, in quanto è meglio curare una depressione presunta, prima che diventi reale. Ma l'ipotesi che Parker ha avanzato nel suo studio è che dietro l'aumento delle prescrizioni di anti-depressivi possano esserci in realtà interessi di marketing farmaceutico.

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