Questo blog si ispira all'opera di Galileo Galilei che fu uno dei padri del metodo scientifico della scienza moderna. E in nome della scienza vera sono impegnato nella battaglia contro la superstizione, il pregiudizio e l’egemonia delle religioni. E una superstizione è quella che alla base del riscaldamento globale ci sono le attività dell’uomo. Niente di più sbagliato, come è detto in molti articoli di questo sito. Marx, poi, la scienza la applicò anche all’analisi della società e degli aspetti economici di questa, traendone la conclusione che è necessaria una società nuova che viva nel benessere e lontano dalle guerre. L’unione fa la forza, contro il malessere e la solitudine.


I ghiacci polari e i catastrofisti del clima

Dice il Prof Battaglia, Ordinario di chimica dell'ambiente all'Università di Modena dice su "Il Giornale" del 7 Marzo 2008: "Una fondamentale caratteristica del metodo scientifico vuole che quando una nuova congettura viene avanzata – magari ardita e in seguito ad una singola osservazione estemporanea di uno scienziato più coraggioso degli altri – essa, se contiene elementi di verità, si afferma sempre di più a mano a mano che viene indagata. Orbene, più si indaga, più la congettura del riscaldamento globale antropogenico, avanzata circa un secolo fa e nel tempo riproposta, si dimostra essere sonoramente fasulla: i gas-serra immessi dall’uomo non hanno avuto influenza alcuna sulle temperature del pianeta. Ne abbiamo le prove. Definitive. Premettiamo che condizione necessaria affinché vi sia una relazione di causa-effetto tra due azioni è che la presunta causa deve precedere l’effetto. La condizione non è però sufficiente e non bisogna mai cadere nell’errore logico del «post hoc ergo propter hoc»: il sole sorge dopo che il gallo ha cantato, ma non è il gallo a far sorgere il sole. L’attuale riscaldamento globale cominciò nel 1700 quando erano l’industrializzazione assente e mezzo miliardo gli abitanti nel mondo. Continuò fino al 1940, a dispetto del fatto che dopo il 1929, in seguito alla grande depressione, ci si sarebbe atteso un arresto negli aumenti delle temperature, e quando l’industrializzazione era ancora quasi assente e la popolazione un terzo della odierna. Si interruppe, anzi ci fu un rinfrescamento globale, per 35 anni, in pieno boom industriale, demografico e di emissioni. Riprese quindi il pianeta a riscaldarsi a metà degli anni Settanta (proprio in concomitanza di un’altra recessione) e continuò a farlo fino al 1998, tanto da far gridare i mercanti di terrore in servizio permanente effettivo all’allarme: «il 1998 è stato l’anno più caldo del secolo!», strillavano. A parte il fatto che il secondo più caldo fu il 1934 (due centesimi di grado di meno), la cosa interessante è che il pianeta ha smesso di riscaldarsi proprio dal 1998, a dispetto del fatto che le emissioni sono cresciute a dismisura. Insomma, abbiamo un gallo che canta dopo che è sorto il sole: il riscaldamento attribuito all’uomo è occorso nei tempi sbagliati. Ma anche nei luoghi sbagliati, visto che quella congettura vorrebbe a 10 km sopra le nostre teste un riscaldamento triplo rispetto a quello osservato a terra, mentre le misure satellitari registrano, lassù nella troposfera, addirittura un rinfrescamento. Cosa è, allora, che fa variare le temperature del pianeta? Premesso che la scienza del clima è ancora alla sua infanzia, la risposta per ora più accreditata è: il sole."

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