Questo blog si ispira all'opera di Galileo Galilei che fu uno dei padri del metodo scientifico della scienza moderna. E in nome della scienza vera sono impegnato nella battaglia contro la superstizione, il pregiudizio e l’egemonia delle religioni. E una superstizione è quella che alla base del riscaldamento globale ci sono le attività dell’uomo. Niente di più sbagliato, come è detto in molti articoli di questo sito. Marx, poi, la scienza la applicò anche all’analisi della società e degli aspetti economici di questa, traendone la conclusione che è necessaria una società nuova che viva nel benessere e lontano dalle guerre. L’unione fa la forza, contro il malessere e la solitudine.


Ricerca fasulla stronca programmi per computer

Se si parla di salute della mente l'attività fisica è necessaria ma non sufficiente per preservare il funzionamento mentale anche in età avanzata, come invece si vuole intendere nell’articolo che segue«Software salva-cervello? Soldi buttati»Il New York Times stronca i programmi per computer che promettono miglioramenti dell'attività cerebraleWASHINGTON (Stati Uniti) - I programmi software che promettono di allenare il cervello e di mantenerlo giovane? Non servono a nulla. Potrete essere bravissimi a risolvere schemi di Sudoku o programmi di logica. Ma questa sorta di ginnastica cerebrale, per quanto possa farvi diventare dei campioni di matematica, non contribuisce affatto a rallentare l'invecchiamento della vostra materia grigia. Ne sono convinti Sandra Aamodt e Sam Wang, caporedattore di Nature Neuroscience la prima e docente di biologia molecolare a Princeton il secondo, che al tema dedicano un articolo scritto a quattro mani per il New York TimesCERVELLO DA BUSINESS - Il concetto espresso da Aamodt e Wang è tranchant: altro che nuove tecnologie e ore e ore passate al computer; per mantenersi vitali anche in età avanzata è molto meglio spegnere il terminale e uscire con gli amici per una camminata a buona andatura, che consenta un benessere generale che avrà influenza anche sulle funzioni mentali. E i programmi che stanno riscuotendo sempre più successo tra i consumatori americani? Di fatto, uno specchietto per le allodole. E per di più particolarmente redditizio, considerando il vero e proprio boom che certi software stanno facendo registrare negli Usa per un giro d'affaci che è passato, ricordano gli autori dell'intervento, dai 2 milioni di dollari del 2005 ai circa 80 attesi per quest'anno.«LA SCIENZA NON C'ENTRA» - «I produttori di questi programmi per computer - rilevano Aamodt e Wang - enfatizzano il fatto che questi sofware siano stati creati da scienziati o basati su ricerche scientifiche. In realtà bisognierebbe parlare di prodotti ispirati dalla scienza, cosa che non va confusa con il fatto che i risultati siano effettivamente provati dalla scienze». Anzi, gli studi in materia dimostrerebbero che risultati positivi, nel campo del miglioramento complessivo delle funzioni mentali, si sono ottenuti solo con gli animali di laboratorio. Ma mentre scimmie e roditori che vivono nei centri ricerca non hanno una vita molto intensa e non hanno quindi altro modo di stimolare il proprio cervello, per una persona inserita nella società questo avviene continuamente grazie al semplice fatto di svolgere le attività di tutti i giorni o di relazionarsi con gli altri. Gli esami sulle cavie, insomma, non dimostrerebbero gli effetti positivi della stimolazione cerebrale, bensì quelli negativi della sua privazione.SPORT E BENESSERE - Imparare una lingua o giocare a bridge in età avanzata, dicono gli autori dell'articolo, aiuta certo a mantenere le proprie performance cognitive. Ma in termini di miglioramento complessivo delle funzioni della mente e del suo mantenimento in perfetta attività la «mental fitness» non darebbe particolari benefici. A differenza, invece, dell'esercizio fisico che migliora la "funzione esecutiva", ovvero l'abilità di selezionare il comportamento appropriato per ogni occasione. Questa capacità subisce un declino naturale attorno ai 70 anni. Ma chi ha avuto in gioventù un'attività fiscia maggiore, ha una funzione esecutiva migliore rispetto ai coetanei che hanno alle spalle una vita sedentaria e questo perché chi è maggiormente in salute tende ad essere generalmente più attivo. Tuttavia, è anche vero che pure chi ha condotto una vita inattiva, nel momento stesso in cui si dedica ad una maggiore cura del corpo in età avanzata ha la possibilità di ottenere significativi miglioramenti, come dimostrato da numerosi studi.MEGLIO QUATTRO PASSI - Bastano lunghe passeggiate ad andatura sostenuta alcuni giorni alla settimana per aiutare gli anziani ad avere un miglioramento anche nelle proprie funizioni mentali. L'esercizio fisico durante l'età adulta sembra inoltre essere correlato con una minore incidenza di malattie quali la demenza senile o l'Alzheimer in età avanzata e il rischio di incappare in questi disturbi si riduce anche in coloro che si dedicano al fitness - quello vero, che interessa tutto il corpo - dopo i 60 anni. Senza contare che l'attività fisica migliora anche il funzionamento del sistema cardio-circolatorio e di conseguenza riduce il rischio di infarti o ictus che hanno poi ripercussioni sull'attività del cervello. «Insomma - concludono Aamodt e Wang -: piuttosto che spendere denaro in giochi per computer e puzzle per migliorare la salute del vostro cervello investite in un'iscrizione in palestra. Oppure mettete il vostro pc in posizione off e andate fuori a fare quattro passi».Passeggiare fa bene, sicuramente. Una buona camminata all’aria aperta rinfranca dalle fatiche e libera la mente. Aumenta la resistenza muscolare, cardiaca e respiratoria. Ma non si può certo condividere con Sandra Aamodt e Sam Wang che una camminata, ancorché a passo sostenuto, mantenga attiva la mente e ne rallenti il fisiologico declino. In questo modo si commette l’errore di:
  • far dipendere l’efficienza mentale dalla gioventù;
  • riproporre l’adagio fuorviante “mens sana in corpore sano” secondo cui cui soltanto chi ha un corpo sano dovrebbe possedere una mente sana (!!) mette a serio rischio chi, seguendo questo messaggio, delega alle gambe l’efficienza mentale;
  • non dà speranze a chi è seduto su una sedia a rotelle o a vario titolo non può deambulare;
  • annichilire le speranze di chi vorrebbe assicurarsi una buona lucidità mentale anche nella terza età ma che abita un fisico acciaccato.
Negli anni ‘50 Rita Levi Montalcini e Victor Hamburger della Washington University di St. Louis (USA) hanno individuato una proteina, il Nerve Growgth Factor (NGF) o fattore di crescita neuronale, una neurotrofina che viene prodotta dalle cellule cerebrali a seguito di apposita stimolazione da parte dei neuroni afferenti. Sulla scia degli studi iniziati oltreoceano, negli anno ’80 Yves Bard del Max Panck Institute di Monaco (D) ha individuato un’altra molecola, il Brain- Derived Neurotrophic Factor (BNGF), che, a differenza dell’NGF, è presente in quasi tutto il cervello, corteccia compresa. Queste neurotrofine, quando prodotte dalla stimolazione neuronale (e non quindi indotte dall’esterno), sviluppano e incrementano le connessioni tra le cellule. In particolare, quelle dell’ippocampo, struttura sottocorticale nota per essere la sede della memoria e dell’apprendimento. L’NGF e il BNGF hanno la proprietà di “nutrire” la cellula e di preservarla dall’invecchiamento. Anzi, oltre a posticiparne l’apoptosi (il “suicidio” cellulare), ne aumentano anche le dimensioni e le preziose ramificazioni che collegano tra loro i neuroni. Questa condizione dà vita al cosiddetto fenomeno della “plasticità neuronale”, ossia la disponibilità delle cellule a riorganizzarsi per vicariare le cellule che sono morte o sono state distrutte da insulti ictali o traumatici o che sono venute meno solo per condizioni fisiologiche. Questo fenomeno si verifica, e questo è il dato più sorprendente, a qualsiasi età. Il sistema è composto da distretti costituti da centinaia di milioni di cellule che, se anche non può rigenerare nuovi neuroni (questo è quanto si sa oggi, ma non sono improbabili in futuro nuove scoperte sul ruolo delle cellule staminali presenti nell’encefalo), può consentire lo sviluppo del substrato anatomico e di conseguenza le performance cognitive. E’ indubbio quindi che le strutture cerebrali deputate ad esprimere le funzioni mentali possono essere sviluppate e potenziate anche in età avanzata, purchè l’ambiente sia in grado di fornire gli stimoli adeguati per stimolare le strutture interessate. L’esperienza comune ci conferma come sia possibile apprendere nuove informazioni, procedure e schemi comportamentali a qualsiasi età, anche in un periodo intransigente come quello senile. È possibile conquistare abilità di memoria, acquisire capacità di linguaggio come il seguire un discorso articolato e complesso o aumentare la fluenza verbale, orientarsi in grandi spazi o apprendere nuove procedure (ad es. dalla lingua straniera all’uso del pc) meglio di quanto avvenisse negli anni precedenti. Ma ciò avviene solo a condizione che si stimolino adeguatamente [b]tutte le abilità mentali[/b]. E i risultati scientifici confermano questo dato.Riferimenti: http://xoomer.alice.it/mens-sana/att/RispostaCorriere.it_.pdf

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