Questo blog si ispira all'opera di Galileo Galilei che fu uno dei padri del metodo scientifico della scienza moderna. E in nome della scienza vera sono impegnato nella battaglia contro la superstizione, il pregiudizio e l’egemonia delle religioni. E una superstizione è quella che alla base del riscaldamento globale ci sono le attività dell’uomo. Niente di più sbagliato, come è detto in molti articoli di questo sito. Marx, poi, la scienza la applicò anche all’analisi della società e degli aspetti economici di questa, traendone la conclusione che è necessaria una società nuova che viva nel benessere e lontano dalle guerre. L’unione fa la forza, contro il malessere e la solitudine.


Studio. Il fumo non è più il killer che si credeva

A seguito delle conclusioni di un simposio di esperti internazionali, prolungatosi dal 5 al 12 giugno 2012., l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (branca dell’Organizzazione Mondiale della Sanità), ha diramato un comunicato dove si afferma che prove scientifiche inconfutabili hanno evidenziato che le emissioni dei motori diesel causano il cancro polmonare.
Il cancro del polmone che era quasi diventato, almeno nella testa di molti, sinonimo di sigaretta, adesso ha un altra causa: il diesel.
A differenza del fumo di sigaretta agli effluvi del diesel non si può sfuggire perché sono diventati parte dell’aria che sostiene la vita della biosfera.
21 esperti da USA, Canada, Inghilterra, Svezia, Olanda, Giappone e Germania hanno studiato e hanno pubblicato i loro risultati.
Ora,  è ben noto che dagli anni ‘50, almeno nel mondo occidentale, il numero dei fumatori è in costante diminuzione. Per quanto riguarda l’Italia, le indagini Doxa del 2008 e 2011 mostrano un calo dal 65% del 1957, al 26% del 2011. Altro dato di fatto è che la circolazione dei veicoli a motore è in continuo aumento, mentre il numero dei fumatori è diminuito. I veicoli a motore emettono gas che inquinano l’aria…Nel Sud Africa il cancro del polmone è in continua ascesa linearmente con il numero dei motori diesel introdotti in quel Paese.

E ci sono altri importanti studi che scagionano il fumo, anche per quanto riguarda le malattie cardiovascolari. A riguardo potete cercare nell'importante sito italiano www.forcesitaly.org fra studi condotti da eminenti studiosi:


In genere, per motivi di varia natura, spesso non propriamente nobili, una gran parte delle ricerche è fasulla. Di solito sono ricerche che passano come mode e hanno un’influenza nulla. L’importante al di sopra di qualunque tesi è ragionare correttamente con la propria testa. Chi impara alcuni trucchi fondamentali arriva facilmente a eliminare una grande percentuali di ricerche, definendone alcune anche risibili, nonostante siano state condotte da prestigiosi gruppi di ricerca. Ogni equipe di ricercatori che pubblica o divulga i suoi studi lo fa (o dovrebbe farlo!) non per asserire una certezza, ma per fare in modo che altri, eventualmente allargandone i confini, confermino i risultati trovati. Solo le ricerche che stabiliscono nessi di causa-effetto diventano scienza. Per capire i limiti della ricerca dobbiamo capire la differenza fra correlazione e causa. Nell’ambito della ricerca si parla spesso di significatività. Tale termina indica solo se due eventi sono correlati in misura maggiore di quanto si verifichi per puro caso. Per esempio è a tutti noto che perché una ricerca possa produrre risultati significativi il campione debba essere sufficientemente grande dal punto di vista numerico: nessuno cerca risultati “significativi” con campioni di 4-5 soggetti! Una correlazione indica solo cosa è meritevole di ulteriore indagine per spingersi sempre più vicino a trovare la vera causa, e ricordiamoci che non definisce nessuna rapporto di causa ed effetto. Classico il discorso sui vegetariani: se uno studio rileva che i vegetariani vivono più a lungo di coloro che mangiano carne, non si può concludere nulla perché non si può sapere se ciò sia dovuto prioritariamente all’alimentazione o se sia il risultato di altre scelte derivanti dallo stile di vita. Ecco un ultimo esempio. Una ricerca prende in esame un campione di giocatori di pallacanestro di un’università americana e una tribù di pigmei. Si studia la percentuale di chi ha un QI (quoziente d’intelligenza) sopra il valore soglia di X in relazione all’altezza. Potremmo rilevare che c’è in un certo numero di individui alti che hanno un alto quoziente di intelligenza. Potremmo allora assurdamente concludere che l’altezza favorisce l’intelligenza!!!

È evidente l’assurdità della cosa, ma molti non saprebbero spiegare chiaramente dove sta il trucco. Il trucco è che ora il quoziente d’intelligenza maggiore dipende dal fatto che gli individui alti frequentano l’università e invece il QI positivo appare dovuto all’altezza.
Il danno maggiore che provoca la propagazione di un’informazione legata a ricerche fasulle è la costituzione dei cosiddetti elenchi di ricerche a supporto di una tesi. Così facendo si pensa di dare credibilità definitiva, dimenticando che TUTTE le ricerche leggere dell’elenco sono solo un punto di partenza. È abbastanza facile poi comporre elenchi di ricerche favorevoli, magari dimenticando quelle contrarie. Caso tipico è rappresentato dal gamma orizanolo. La ricerca di Fry ha evidenziato i limiti della sostanza, ma se ci si limitasse a stilare un elenco di ricerche precedenti sembrerebbe la panacea di tutti i mali. Per capire la limitazione degli elenchi di ricerche basta sapere che una ricerca fasulla fa il giro del mondo: in breve tempo in decine di altri centri di ricerca si tenta di ripetere l’esperienza. Se il tutto funziona, in un anno escono centinaia di lavori concordi e la ricerca diventa scienza. Se non funziona (salvo l’uscita di qualche altra ricerca leggera che tenta di tenere in vita il tutto) purtroppo la ricerca leggera continua a circolare e a mietere vittime.

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