Questo blog si ispira all'opera di Galileo Galilei che fu uno dei padri del metodo scientifico della scienza moderna. E in nome della scienza vera sono impegnato nella battaglia contro la superstizione, il pregiudizio e l’egemonia delle religioni. E una superstizione è quella che alla base del riscaldamento globale ci sono le attività dell’uomo. Niente di più sbagliato, come è detto in molti articoli di questo sito. Marx, poi, la scienza la applicò anche all’analisi della società e degli aspetti economici di questa, traendone la conclusione che è necessaria una società nuova che viva nel benessere e lontano dalle guerre. L’unione fa la forza, contro il malessere e la solitudine.


Clima. I più a ragione snobbano Copenaghen. Dal sole la CO2.

Ci dice Edo Ronchi (ministro dell'Ambiente ai tempi di Kyoto) sul Corriere.it che il 17% di riduzione delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 2005 prospettato dal presidente degli Stati Uniti Obama come traguardo da raggiungere nel 2020, è ben poco se confrontato con l'8% di riduzione, sotto i livelli del 1990, da conseguire entro il 2012, cui attualmente è vincolata l'Europa.«In pratica, il 17 per cento di riduzioni rispetto al 2005 equivale allo zero rispetto al 1990, ossia a una stabilizzazione delle emissioni USA rispetto a quella data (ossia emissioni uguali a quelle del 1990, data del protocollo di Kyoto, ndr) », sintetizza, a conti fatti, il presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile Edo Ronchi (ministro dell'Ambiente ai tempi di Kyoto).Ancora, la riduzione del 45% dell'intensità di carbonio offerta dalla Cina per il 2020 , cifra che in valore assoluto appare straordinaria, tenuto conto della prevedibile crescita del Pil e quindi dei consumi di quel Paese, di fatto corrisponde a un aumento netto delle sue emissioni di gas serra di circa il 35-40%. In termini concreti, grazie ai sui massicci programmi di energie rinnovabili e di efficienza energetica -riferiamo ancora le valutazioni di Edo Ronchi-, la Cina si sta impegnando a quasi dimezzare la crescita delle sue emissioni, che altrimenti schizzerebbero all'80%. Un discorso analogo vale per il 25% dei tagli sull'intensità di carbonio preannunciato dall'India che, fatti i debiti conti, corrisponderà solo a un rallentamento della crescita delle emissioni di gas serra di questo Paese, le quali aumenteranno comunque di circa il 60%.In poche parole, come commenta il climatologo dell'Enea Vincenzo Ferrara, c'è chi punta a un disaccoppiamento totale fra emissioni di gas serra e Pil, come vuole fare l'Europa, intenzionata a ridurle sostanzialmente, a prescindere dalla crescita economica; e chi invece, come i grandi Paesi emergenti, non possono ancora fare questo passo, pena la drastica riduzione della loro crescita e la condanna di vasti strati della loro popolazione alla fame cronica di energia. Quanto agli Stati Uniti di Obama, per ora, sembrano essere ancora fermi alla Convenzione di Rio del 1992, che chiamava a una generica stabilizzazione delle emissioni ai livelli del 1990, piuttosto che proiettati in avanti verso una «fase due» del tormentato Protocollo di Kyoto. Se così rimarranno le cose, Copenhagen non riuscirà a invertire la tendenza all'aumento delle emissioni globali che dal 1990 a oggi, in barba a Kyoto, sono aumentate del 41% (dati Global Carbon Project e Fondazione sviluppo sostenibile, 2009).E poi, molti sanno che il vero responsabile dell'aumento della CO2 è il sole, come è dimostrato, fra gli altri, anche dal Prof Zichichi in questo articolo: http://galileo2010.blogspot.it/2009/08/zichichi-effetto-serra-solo-lo-0245.html

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