Questo blog si ispira all'opera di Galileo Galilei che fu uno dei padri del metodo scientifico della scienza moderna. E in nome della scienza vera sono impegnato nella battaglia contro la superstizione, il pregiudizio e l’egemonia delle religioni. E una superstizione è quella che alla base del riscaldamento globale ci sono le attività dell’uomo. Niente di più sbagliato, come è detto in molti articoli di questo sito. Marx, poi, la scienza la applicò anche all’analisi della società e degli aspetti economici di questa, traendone la conclusione che è necessaria una società nuova che viva nel benessere e lontano dalle guerre. L’unione fa la forza, contro il malessere e la solitudine.


Ebrei esiliati dalla Palestina. Per alcuni storici una invenzione.

La tesi, corredata da vari riferimenti storici, è del Prof Shlomo Sand, professore di Storia all'università di Tel Aviv.
La diaspora non nasce con l’espulsione in massa degli ebrei della Palestina, che non ci fu, ma da successive conversioni in Africa del Nord, in Europa del Sud ed nel Medio-Oriente. Ecco qualcosa che farà vacillare una delle basi del pensiero sionista.
Secondo i nazionalisti israeliani le tribolazioni del popolo ebreo lo condussero nello Yemen, in Marocco, in Spagna, in Germania, in Polonia e fino in Russia. E la sua la sua unicità non fu alterata.
Queste idee sono l’opera di rimanipolatori, di talento, del passato, dalla seconda metà del xix° secolo.
I nazionalisti ebrei hanno cercato di bloccare ogni tipo di deviazione rispetto alla versione ufficiale dominante.
Gli "studiosi" sionisti si raggrupparono in dipartimenti esclusivamente dedicati “alla storia del popolo ebreo”.
Questi ricercatori “autorizzati” del passato non parteciparono neppure al dibattito “dei nuovi storici”, iniziata alla fine degli anni 1980. La maggior parte degli attori di questo dibattito pubblico formularono nuove questioni sul passato ebreo e sionista. Si contavano anche nelle loro fila laureati venuti dall’estero. Dai “dipartimenti di storia ebrea” giunsero, in compenso, soltanto delle voci apprensive e conservatrici.
Ed ecco che nel corso degli anni 1980 questi miti fondatori vacillano. Le scoperte della nuova archeologia contraddicono la possibilità di un grande esodo nel XIII° secolo a.c . Inoltre Mosè non ha potuto fare uscire gli ebrei dell’Egitto e condurli verso “la terra promessa” per la semplice ragione che all’epoca questa… era nelle mani degli Egiziani. Non si trova del resto nella storiografia alcuna traccia di una sommossa di schiavi nell’impero dei faraoni, né una conquista rapida del paese di Canaan perpetrata da elementi stranieri.
Non esiste neppure un segno dei sontuosi regni di Davide e di Salomone. Le scoperte del decennio passato mostrano l’esistenza, all’epoca, di due piccoli regni: Israele, più potente, e Juda, la futura Giudea. Gli abitanti di quest’ultimo regno non subirono nessun esilio nel VI° a.c., come sostenuto dai nazionalisti israeliani.
L’esilio dell’anno 70 della nostra era, ha effettivamente avuto luogo?
I Romani non hanno mai esiliato nessun popolo su tutto il lato orientale del Mediterraneo. Ad eccezione dei prigionieri ridotti in schiavitù, gli abitanti della giudea continuarono a vivere sulle loro terre, anche dopo la distruzione del secondo tempio (70 d.c.).
Una parte di loro si convertì al cristianesimo nel IV° secolo, mentre la grande maggioranza si congiunse all’Islam in occasione della conquista araba al VII° secolo. La maggior parte degli ideatori sionisti lo sapevano: come Yitzhak Ben Zvi e David Ben Gourion, rispettivamente il futuro presidente e il fondatore dello Stato di Israele; lo hanno scritto fin nel 1929, anno della grande sommossa palestinese. Tutti e due citano più volte il fatto che i contadini della Palestina sono i discendenti degli abitanti dell’antica Giudea(1).
Poiché non c’è mai stato un esilio dalla Palestina romanizzata? Da dove vengono i numerosi ebrei che popolano il bacino del Mediterraneo fin dall’antichità?
Dietro la cortina della storiografia nazionale si nasconde una stupefacente realtà storica. Dalla sommossa dei Maccabei, nel II° secolo a.c, alla sommossa di Bar-Kokhba nel II° secolo d.c., il giudaismo fu la prima religione proselitista (che si proponeva di fare proseliti-nda). Gli Asmonei avevano già convertito di forza gli Idumenei del sud della Giudea ed gli Itureeni di Galilea, e annessi al “popolo di Israele”. Sulla base di questo regno, il giudaismo si espanse in tutto il Medio-Oriente e il Mediterraneo. Nel primo secolo della nostra era apparve, nell’attuale Kurdistan, il regno ebreo di Adiabène, e non sarà l’ultimo regno a “giudaizzarsi”: altri lo faranno successivamente.
Gli scritti di Flavio Giuseppe (storico scrittore, storico, politico e militare romano di origine ebraica-nda) non costituiscono la sola testimonianza dell’ardore proselitista degli ebrei. Da Orazio a Seneca, da Giovenale a Tacito, molti autori latini ne esprimono il timore. Il Mishna e il Talmud(2) autorizzano questa pratica della conversione (forzata-nda) – anche se, di fronte alla pressione ascendente del cristianesimo, i savi della tradizione talmudica esprimeranno riserve al suo riguardo.
La vittoria della religione di Gesù, all’inizio del IV° secolo, non mette fine all’espansione del giudaismo, ma rilega il proselitismo ebreo ai margini del mondo culturale cristiano. Nel V° secolo appare così, nei territori dell’attuale Yemen, un regno ebreo vigoroso dal nome di Himyar, i cui i discendenti conserveranno la loro fede dopo la vittoria dell’islam e fino ai tempi moderni. Inoltre i cronisti arabi ci danno la notizia dell’esistenza, nel VII° secolo, di tribù berbere giudaizzate: di fronte alla spinta araba, che raggiunse l’Africa del Nord alla fine di questo stesso secolo, appare la figura leggendaria della regina ebrea Dihya el-Kahina,che tentò di fermarla. Alcuni Berberi giudaizzati prenderanno parte alla conquista della penisola iberica, che pose le basi della particolare simbiosi tra ebrei e musulmani, caratteristica della cultura ispano-araba.
La conversione di massa più significativa si verifica tra il Mar Nero ed il Mar Caspio: riguarda l’immenso regno kazaro, nel VIII° secolo. L’espansione del giudaismo, dal Caucaso all’Ucraina attuale, genera comunità multiple, che le invasioni mongole del XIII secolo respingono in gran numero verso l’est dell’Europa. Là, con gli ebrei venuti dalle regioni slave del Sud e dagli attuali territori tedeschi, porranno le basi della grande cultura yiddish(4).

Israele, sessanta anni dopo la sua fondazione, rifiuta di concepirsi come una repubblica che esiste per tutti i suoi cittadini. Circa un quarto di loro non sono considerati come ebrei e, secondo lo spirito delle sue leggi, questo Stato non è loro. In compenso, Israele si presenta sempre come lo Stato degli ebrei del mondo intero, anche se non si tratta più di profughi perseguitati, ma una etnocrazia (potere dell'etnia-nda) senza frontiere giustifica la discriminazione rigorosa che pratica invece nei confronti di una parte dei suoi cittadini attuata invocando il mito della nazione eterna, ricostituita per raccogliersi “sulla terra dei suoi antenati”.

Lo sviluppo di qualsiasi storiografia spesso si imbatte nell'invenzione della nazione. Questa fu il sogno di milioni di esseri umani nel XIX° secolo e durante una parte del XX°. Ma la fine di quest’ultimo secolo ha visto questi sogni iniziare a rompersi. I ricercatori, in numero sempre crescente, analizzano, dissecano e smantellano le grandi ideologie nazionalistiche, ed in particolare i miti dell’origine comune care alle cronache del passato. Gli incubi d’identità di ieri faranno posto, domani, ad altri sogni d’identità.
Come gli ebrei si impossessarono delle terre degli arabi
A partire dagli anni trenta del XX secolo, e ancor più dopo il termine del II conflitto mondiale e la tragedia dell'Olocausto, la Palestina vide fortemente alterata la sua composizione demografica, con la minoranza ebraica avviata a diventare maggioranza grazie all'acquisto di terreni reso possibile dai fondi concessi ai profughi ebrei sfuggiti alla persecuzione nazista.

Negli anni venti e trenta numerose furono le dimostrazioni di protesta da parte dei movimenti palestinesi, che sovente sfociarono in veri e propri scontri a tre tra l'esercito di Sua Maestà britannica, i residenti arabi e i gruppi armati dei coloni ebrei. Spesso gli attriti non erano dovuti all'immigrazione in sé, ma ai differenti sistemi di assegnazione del terreno: gran parte della popolazione locale per il diritto inglese non possedeva il terreno, ma per le abitudini locali possedeva le piante che vi venivano coltivate sopra (tra cui gli alberi di ulivo, che erano la coltura prioritaria e che, vivendo anche secoli, divenivano dei "beni" passati di generazione in generazione nelle famiglie), di conseguenza molti terreni usati dai contadini arabi erano ufficialmente (per la legge inglese) senza proprietario e venivano quindi acquistati dai coloni ebrei appena immigrati (o loro affidati).

Questo, unito alle regole con cui venivano solitamente gestiti i terreni assegnati ai coloni (la terra doveva essere lavorata solo da lavoratori ebrei e non poteva essere ceduta o subaffittata a non ebrei), di fatto toglieva l'unica fonte di sostentamento e lavoro a moltissimi insediamenti arabi preesistenti.

(1) Cf. David Ben Gourion e Yitzhak Ben Zvi, « Eretz Israël » nel passato e nel presente (1918, in yiddish), Gerusalemme, 1980 (in ebraico) e Ben Zvi, La Nostra popolazione nel paese (in ebraico), Varsavia, Comitato esecutivo dell’Unione della giovinezza e Fondo Nazionale ebreo, 1929.
2) La Mishna, considerata come la prima opera della letteratura rabbinica, è stata completata nel secondo secolo DC. Il Talmud riassume tutte le diserzioni rabbiniche sulla legge, i costumi e la storia degli ebrei. Esistono due Talmud: quello della Palestina scritto tra il terzo e il quinto secolo, e quello babilonese, terminato alla fine del quinto secolo AC.
Articolo correlato: Non sapevo. Come gli ebrei espulsero gli arabi dalla Palestina
Riferimenti:
1) http://www.altrainformazione.it/wp/come-fu-inventato-il-popolo-ebreo/
2) http://wapedia.mobi/it/Conflitti_arabo-israeliani#1.

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