Questo blog si ispira all'opera di Galileo Galilei che fu uno dei padri del metodo scientifico della scienza moderna. E in nome della scienza vera sono impegnato nella battaglia contro la superstizione, il pregiudizio e l’egemonia delle religioni. E una superstizione è quella che alla base del riscaldamento globale ci sono le attività dell’uomo. Niente di più sbagliato, come è detto in molti articoli di questo sito. Marx, poi, la scienza la applicò anche all’analisi della società e degli aspetti economici di questa, traendone la conclusione che è necessaria una società nuova che viva nel benessere e lontano dalle guerre. L’unione fa la forza, contro il malessere e la solitudine.


Spreco con le rinnovabili in Puglia. Una manna per gli speculatori

Secondo i dati del Gestore dei Servizi Elettrici, la Puglia ha la maggiore potenza installata da fotovoltaico: 214,4 Megawatt (Mw) contro i 126,3 della Lombardia e i 95 dell’Emilia Romagna (dati dicembre 2009). Ma anche gli impianti più grandi, con una dimensione media di 40,5 KW, e la più alta concentrazione di capacità per kmq (11,1 KW per km quadrato). Stessi numeri da record per l’eolico: Terna, ente gestore e proprietario della rete di trasmissione nazionale, ha stimato nel 2009 in 1.158 MW la potenza eolica installata in tutta la regione su un totale di 4.880 MW.Cifre che farebbero pensare a un paradiso dell’energia pulita. Ma non è proprio così: le centrali termoelettriche che bruciano carbone, olio e gas producono ancora più del 90 per cento dell’energia elettrica consumata nella regione (anche perchè non sempre il sole brilla e il vento soffia). Inoltre, sommando a questa produzione quella delle rinnovabili, la Puglia già nel 2008 faceva registrare l’86 per cento di energia in più rispetto ai consumi: 37 miliardi di chilowattora contro i 19,9 del suo fabbisogno (dati Terna). Il surplus viene esportato verso regioni meno ‘fortunate’. Tutto ciò senza alcun vantaggio per i cittadini pugliesi che non ricevono sgravi sulla bolletta e con un impatto non trascurabile su paesaggio e agricoltura. Inoltre il trasporto di energia verso altre regioni costa molto per le note perdite di energia sulla linea. Sotto i pannelli e intorno alle pale il terreno diventa sterile a causa delle zone d’ombra e all’uso dei diserbanti, che inquinano anche le falde, e i chilometri di cavi elettrici e cabine ad alta tensione per il trasporto dell’energia prodotta non sono certo un bel vedere.La corsa alle rinnovabili è il risultato degli incentivi concessi dall'Europa e dagli enti locali. Solo le detrazioni IRPEF rappresentano il 55% della spesa complessiva. Poi ci sono altre agevolazioni elargite generosamente.Per questo si ha una pianificazione che lascia ampi margini per l’installazione di parchi sovradimensionati, speculativi, avulsi dal contesto ambientale, sociale e produttivo della Regione.A favorire localizzazioni inappropriate è stata anche la legge regionale 31/08, bocciata il 26 marzo scorso dalla Corte Costituzionale, che ha permesso di installare impianti fino a 1 MW di potenza, pari a tre ettari di terreno, presentando una semplice autocertificazione al comune e bypassando quindi le valutazioni di impatto ambientale della Regione. Questo ha dato il via alla devastazione di aree di pregio e a un vero e proprio business. Non sono solo gli imprenditori del settore ad assediare le amministrazioni locali ma una giungla di piccole aziende che si occupano di acquisire le varie autorizzazioni per poi rivendere i progetti approvati ai destinatari finali.Pensate quanto costano queste detrazioni e queste agevolazioni a tutti noi cittadini.Su questo blog abbiamo detto che l'energia dal sole è una illusione che ha fallito anche in Germania, nazione che aveva puntato più degli altri paesi al mondo su di essa.Per es 5 miliardi, impegnati in impianti fotovoltaici, produrranno, nell'arco di vita di questi impianti, 30 miliardi di kWh elettrici, con un ricavo di 3 miliardi di euro, cioè con una perdita secca di 2 miliardi di euro.Quanto alle turbine eoliche, esse costano le bellezza di un milione l'una e hanno un rendimento bassissimo dato che il vento spesso non soffia. Il tempo di vita di una turbina eolica è poi di 20 anni, un terzo di una centrale e carbone.Sullo stesso argomento: Autorità Energia. Con rinnovabili notevoli aumenti della bolletta
Riferimenti:http://www.galileonet.it/articles/4c32e2705fc52b3adf00313a

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