Pomigliano. Agli operai serve un'organizzazione internazionale

Anni e anni di lotte annullate dall'ennesimo attacco del capitalismo a Pomigliano. L'azienda impone condizioni di lavoro durissime agli operai, rendendoli schiavi. La classe operaia, e per operai intendo anche gli impiegati delle fabbriche, spesso è in mano a sindacalisti incapaci e poco combattivi. Anche gli operai stessi si organizzano male e rinunciano a difendere la propria dignità e la propria vita. A che serve vivere quando si è schiavi delle macchine? Le condizioni imposte a Pomigliano sono state imposte già in altre parti del mondo e anche ai lavoratori della Panda in Polonia che hanno fatto sacrifici inauditi per vedersi ora con un pugno di mosche in mano. E la stessa cosa verrà fatta per le fabbriche di tutto il mondo.Alla classe operaia serve una organizzazione internazionale, come quella che hanno tutti capitalisti nel mondo. Tutti i lavoratori del mondo si devono riconoscere come fratelli.La produzione di merci nella nostra società è collegata al profitto. Il profitto, lo ripeto, è la quantità di denaro che l'imprenditore, dopo aver pagate le spese di produzione e le tasse, si mette in tasca alla fine del ciclo di produzione.In un società sana la produzione di merci dovrebbe essere collegata al soddisfacimento dei bisogni della gente, indipendentemente dal fatto che uno che lavora abbia i soldi per comprare un bene.Invece una società che produce per trarre profitto dalla produzione non ha un fine morale e perciò non può prendersi cura delle condizione fisiche e psichiche del lavoratore e di tutta la società.