Questo blog si ispira all'opera di Galileo Galilei che fu uno dei padri del metodo scientifico della scienza moderna. E in nome della scienza vera sono impegnato nella battaglia contro la superstizione, il pregiudizio e l’egemonia delle religioni. E una superstizione è quella che alla base del riscaldamento globale ci sono le attività dell’uomo. Niente di più sbagliato, come è detto in molti articoli di questo sito. Marx, poi, la scienza la applicò anche all’analisi della società e degli aspetti economici di questa, traendone la conclusione che è necessaria una società nuova che viva nel benessere e lontano dalle guerre. L’unione fa la forza, contro il malessere e la solitudine.


Bene il si agli OGM da UE e dal Consiglio di Stato. No referendum.

I quotidiani di questi giorni riferivano il pronunciamento del Consiglio di Stato sulla coltivazione in Italia di mais geneticamente modificato già approvato nell’Unione Europea. Ne parlava ieri Dario Bressanini nel suo post Via libera al mais OGM. E il “Corriere della Sera” racconta la reazione del ministro Luca Zaia, pronto a intervenire nuovamente per bloccare le coltivazioni transgeniche. Come i suoi predecessori Alfonso Pecoraro Scanio e Gianni Alemanno, Zaia è contrario alla coltivazione di OGM nel nostro paese. Una formazione trasversale singolare, che abbraccia destra e sinistra senza soluzione di continuità.

Tutti, chi più chi meno, si attribuiscono il merito di tutelare i nostri prodotti tipici, che scomparirebbero davanti all’invasione degli ultracorpi. Nessuno però ha l’onestà di ammettere che molti nostri prodotti tipici, quelli che loro dicono di difendere, sarebbero già morti e sepolti senza la soia transgenica che in Italia non possiamo coltivare. Lo racconta sempre Dario Bressanini, nel suo libro "OGM tra leggende e realtà". La soia geneticamente modificata d’importazione è un ingrediente essenziale del pasto di bovini e suini. In altre parole, senza soia OGM addio a Parmigiano Reggiano, prosciutto San Daniele e altri prodotti tipici di cui si vantano ministri, ex ministri e difensori d’ufficio dell’italianità.

In linea di principio, non sarebbe una cattiva idea, un referendum, se si permettesse ai cittadini di essere informati sull’argomento. Ma ciò non avviene. Il referendum è davvero un pronunciamento popolare. Ma è anche un istituto che si è svuotato di significato, negli ultimi anni. E, soprattutto, sarebbe svuotato di significato in una fattispecie come questa.

Come hanno già ampiamente dimostrato il referendum sulla Legge 40 sulla fecondazione assistita e il dibattito sul testamento biologico, un paese in cui il sistema dell’informazione non è in grado di dare informazioni, ma offre in pasto opinioni deformando sistematicamente i fatti in funzione della tesi che si vuole sostenere, non è in grado di dare ai cittadini gli strumenti per decidere lucidamente su una materia che ha importanti basi scientifiche e può avere rilevanti conseguenze sull’economia del paese. Deformare i fatti per avvalorare la propria posizione è disdicevole già quando lo fa la politica. Ma se lo fa – come regolarmente accade su ogni argomento – il mondo dell’informazione, dalla tv alla stampa, allora personalmente ritengo che un sistema democratico rischi di diventare una definizione priva di contenuto, una forma senza sostanza, una scatola vuota.

Ma la scelta di adottare gli OGM sarebbe quanto mai opportuna.

Un rapporto preparato dalle Accademie delle Scienze di sei paesi (UK, USA, Brasile, Cina, India e Messico) e dall’Accademia delle Scienze del Terzo Mondo ricorda quanto segue.«Si stima che per il 2030 la popolazione mondiale salirà a 8 miliardi. È pertanto essenziale aumentare la produzione e migliorare le tecniche di conservazione e distribuzione del cibo necessario al mantenimento di tutti. A questo scopo, non ci si può permettere di trascurare nessuna delle opportunità offerte dalle scoperte della scienza e, in particolare, non ci si può permettere di continuare ad impedire l’uso delle biotecnologie. Meglio: non ci si può permettere di non incoraggiare quell’uso.È un fatto che l’ingegneria genetica consente di ottenere vegetali meno deperibili, con apporti nutritivi aumentati nella direzione che più ci aggrada, resistenti all’attacco di agenti esterni non desiderati. È un fatto che quasi un miliardo di uomini, cioè quasi il 20% della popolazione del Terzo Mondo, non ha sufficiente cibo; e la denutrizione è certamente responsabile per una buona metà di quei 12 milioni di bambini che ogni anno muoiono nei paesi sottosviluppati prima del compimento del quinto anno di vita.In aggiunta alla carenza di cibo, quel che c’è è carente di micronutrienti essenziali, specialmente vitamina A e ferro. Una circostanza, questa, che l’agricoltura tradizionale non è in grado di affrontare, ma per la quale l’ingegneria genetica offre soluzioni di successo già sperimentate. Mezzo milione di bambini l’anno diventano ciechi e decine di milioni l’anno nascono sottopeso da madri che soffrono di anemia perché il riso - quasi unica loro fonte di nutrizione – è, per sua natura, carente sia di vitamina A che di ferro. In Africa, le piantagioni di riso sono devastate da un virus (noto come RYMV) contro il quale i metodi tradizionali hanno registrato solo fallimenti. Ebbene, l’ingegneria genetica è in grado di fornire riso ricco di pro-vitamina A e di ferro, e riso resistente al virus RYM.Quel che è vero per il riso africano, è vero in generale: l’attuale incremento annuo di produzione agricola non tiene il passo con l’incremento della domanda ed è richiesta una risposta qualificata alle perdite di raccolto (per attacchi di parassiti e funghi, per malattie, per eccessiva salinità dei suoli, siccità, gelate). Quella risposta oggi esiste: si chiama ingegneria genetica.»Riferimenti:http://cattaneo-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/01/30/referendum-sugli-ogm-no-grazie/

Nessun commento

Posta un commento