Questo blog si ispira all'opera di Galileo Galilei che fu uno dei padri del metodo scientifico della scienza moderna. E in nome della scienza vera sono impegnato nella battaglia contro la superstizione, il pregiudizio e l’egemonia delle religioni. E una superstizione è quella che alla base del riscaldamento globale ci sono le attività dell’uomo. Niente di più sbagliato, come è detto in molti articoli di questo sito. Marx, poi, la scienza la applicò anche all’analisi della società e degli aspetti economici di questa, traendone la conclusione che è necessaria una società nuova che viva nel benessere e lontano dalle guerre. L’unione fa la forza, contro il malessere e la solitudine.


Gli affari di Brunetta. L'Espresso assolto dalla querela

L'ex ministro nemico dei fannulloni ha dato degli asini a noi dell'“L'Espresso”, rei di aver raccontato i suoi eccezionali affari immobiliari, la travagliata carriera per diventare ordinario e le tante assenze all'Europarlamento. «Tutto falso», ha detto e ripetuto, chiedendoci pure 7,5 milioni di euro di danni. Il giudice, però, ieri gli ha dato torto su tutta la linea, condannandolo a pagare anche 30 mila euro di spese legali

Qualche giorno fa Renato Brunetta – impegnato ad attaccare un servizio di “Report” sul suo patrimonio immobiliare – ha dato al sottoscritto e a Marco Lillo dei giornalisti «somari». La nostra colpa? Quella di aver scritto, nel 2008, una lunga inchiesta sull'allora ministro della Pubblica amministrazione, al tempo in auge per la sua campagna indefessa contro i dipendenti-fannulloni. L'inchiesta di copertina (intitolata “ Quel furbetto di Brunetta ”) faceva luce sulle sue tante assenze al Parlamento europeo e al consiglio comunale di Venezia, sugli incredibili affari immobiliari messi a segno da Renato in giro per l'Italia, e la sua complessa trafila per diventare professore ordinario a Teramo.

«Quello di Milena Gabanelli è uno scoop fatto con cinque anni di ritardo!» ha protestato il berlusconiano «Sono infatti le stesse, del tutto false e diffamanti, “notizie” che il settimanale “L'Espresso” ha pubblicato nel novembre del 2008 e per le quali ho avviato una causa per essere risarcito di lesioni così gravi della mia persona...Che dire...copiare dal compagno di banco è da somari e da disonesti, ma, almeno, si abbia l'accortezza di non copiare da un altro somaro». Non sappiamo se Report ci abbia copiato (forse hanno preso qualche spunto...) ma di sicuro ieri il giudice della prima sezione civile di Roma ha dato torto su tutta la linea all'economista veneziano. Che aveva chiesto al nostro settimanale, allegando un centinaio di pagine di contestazioni, un risarcimento danni mostruoso da 7,5 milioni di euro.

La diffamazione, invece, non c'è: perchè tutto quello che abbiamo scritto nell'inchiesta non solo è stata esposto in modo «continente», ma, soprattutto, è vero. È vero che Brunetta ha acquistato da un ente pubblico una casa a Roma nel 2005 pagandola meno di 200 mila euro (74 metri quadri sei anni dopo valutati da una banca ben 600 mila euro), è vero che ha aquistato tra il 2003 e il 2005 due “ruderi” a Ravello per 65 mila euro, diventati una spendida villa affacciata sulla costiera amalfitana da 172 metri quadri, che oggi hanno un valoro sul mercato di circa 1,5 milioni. Vero che l'ex ministro, da europarlamentare, ha partecipato alle sedute della legislatura 1999-2004 solo la metà delle volte. Vere, come ricorda anche il giudice parlando del giuslavorista che voleva vincere il Nobel, «sia la notizia del mancato superamento del concorso nazionale del 1992 pr il conseguimento del titolo di professore ordinario, sia quella del superamento del concorso indetto dall'università di Teramo».

Brunetta era sicuro di vincere la causa, tanto da aver dichiarato che con i soldi avuti dal giornale avrebbe comprato un'altra casa. «Purtroppo i tempi della giustizia italiana sono tali da non consentirmi di dire che sono già stati condannati gli autori di quel servizio, ma attendo fiducioso che il procedimento si concluda...» spiegava qualche giorno fa «Report, appunto, copia da chi è già sotto giudizio della magistratura per diffamazione. Di questi segugi senza fiuto, di questi giustizieri rispettosi del (proprio) padrone, faremo una bella comitiva». La dichiarazione si concludeva con l'annuncio di un'altra querela alla Gabanelli, al presidente della Rai Anna Maria Tarantola e del direttore generale Luigi Gubitosi. Almeno con “L'Espresso”, al forzista è andata male. «La domanda è infondata, atteso che in tutti gli scritti risulta rispettato il requisito della veridicità delle pubblicazioni», conclude il giudice in primo grado. Che condanna Brunetta a pagare ai sottoscritti pure 30 mila euro di spese processuali.
Da: http://espresso.repubblica.it/palazzo/2013/12/13/news/caro-brunetta-e-ora-chi-e-il-somaro-1.146012

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