Ma non basta: Secondo un rapporto dell'AIE è che sia possibile gestire una quota di energie rinnovabili utilizzando le centrali convenzionali, perché nel caso di assenza del vento o del sole per evitare i black-out interverrebbero entro 15 minuti le centrali a gas a ciclo aperto e le centrali idroelettriche, entro un'ora le centrali a gas a ciclo combinato ed entro 4-36 ore le centrali a carbone.
Sempre la stessa AIE afferma che è il grado di flessibilità delle centrali convenzionali a definire la quota possibile di energie rinovabili: più un sistema convenzionale è flessibile, più spazio c'è per le rinnovabili intermittenti. In conclusione: le centrali coliche e solari non sono alternative alle centrali convenzionali, ma la loro vita dipende dall'acqua, dal gas, dal carbone e dall'uranio.
Un'altra forma d'intervento per evitare i black-out dovuti all'intermittenza è l'integrazione sovranazionale delle reti elettriche. In un sistema europeo integrato, ad esempio, se cala il vento nel Mar del Nord potrebbe intervenire il nucleare francese per evitare un black-out in Germania. Le scelte energetiche nazionali dipendono dal contesto europeo.
Siamo ancora nel campo della sperimentazione e le valutazioni di quante rinnovabili intermittenti siano integrabili nella rete elettrica senza provocarne la crisi sono solo ipotetiche e variano di molto secondo l'orientamento ideologico dei diversi studi e gli interessi che esprimono. L'energia elettrica non basta produrla: bisogna anche portarla nei luoghi di consumo distanti dai centri di produzione.
Vaclav Smil, uno dei massimi esperti mondiali di energia, stima che in un grande sistema integrato la variabilità del carico causato dall'intermittenza del vento è assorbibile se integrata con il carbone, il nucleare e l'idroelettrico in reti elettriche interconnesse su lunga distanza e ad altissima tensione. Per Smil un fatto ignorato dai promotori dell'eolico è che questa fonte d'energia «richiede una vasta rete ad alta tensione per creare una densità energetica e potenti interconnessioni in grado di assorbire le intermittenze» (V. Smil, "Energy myths and realities", 2010).
Nel rapporto "Energy infra-structure priorities for 2020", presentato nel 2010 dalla Commissione europea al parlamento europeo, si stima la possibilità di produrre per il 2020 il 12% dell'energia elettrica europea con l'eolico del Mar del Nord e del Baltico. La Commissione precisa che in passato «il rapido sviluppo della generazione di elettricità eolica offshore delle regioni del Nord e del Mar Baltico è stata ostacolata dalle connessioni insufficienti della rete». Per la Commissione, arrivare nel 2020 all'obiettivo di produrre il 20% energie rinnovabili è richiesto un investimento di 200 miliardi di euro nella rete elettrica di trasmissione ad alta tensione.
Riferimenti:
- Articoli del Prof Battaglia dell'Università di Modena
- Lotta comunista, organo mensile dei gruppi leninisti della sinistra
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