Questo blog si ispira all'opera di Galileo Galilei che fu uno dei padri del metodo scientifico della scienza moderna. E in nome della scienza vera sono impegnato nella battaglia contro la superstizione, il pregiudizio e l’egemonia delle religioni. E una superstizione è quella che alla base del riscaldamento globale ci sono le attività dell’uomo. Niente di più sbagliato, come è detto in molti articoli di questo sito. Marx, poi, la scienza la applicò anche all’analisi della società e degli aspetti economici di questa, traendone la conclusione che è necessaria una società nuova che viva nel benessere e lontano dalle guerre. L’unione fa la forza, contro il malessere e la solitudine.


Capitalismo di per sè incapace. Per es ora in UE servono tecnici

A sentire Marchionne & Co il problema principale è quello di abbassare ulteriormente il costo del lavoro. Intanto i salari dei lavoratori cinesi sono aumentati grazie alle loro lotte. Come ci fa sapere Repubblica.it ora è il Vietnam che è diventato la nuova frontiera della delocalizzazioni per le multinazionali occidentali in cerca di forza lavoro a buon mercato. Il salario medio vietnamita infatti, al momento degli scioperi, era inferiore alla metà di quello della provincia più industrializzata della Cina, il Guangdong. E ora anche gli operai vietnamiti si ribellano. Per esempio i lavoratori della fabbrica di Ching Luh, nella provincia meridionale di Long An, a incominciare dal 2008 sono scesi in lotta per ottenere aumenti salariali. La loro paga a quel momento non raggiungeva i 40 euro mensili: meno del prezzo medio di un solo paio di scarpe sportive (in Vietnam si producono scarpe della Nike) in un ipermercato occidentale. E anche se questo è un salario "superiore alla media degli operai vietnamiti", come si è affrettata a precisare la multinazionale, le buste paga hanno visto il loro potere d'acquisto taglieggiato da un'inflazione galoppante, soprattutto per il genere alimentare più essenziale, il riso.E il problema vero adesso in Europa è quello della disponibilità di manodopera specializzata.Su Il Sole 24 Ore Daniel Gros, economista del CEPS di Bruxelles, vede l'ostacolo maggiore nella qualificazione della forza lavoro. Nel decennio precedente al 2007 negli USA andarono persi quattro milioni di posti nel settore manifatturiero mentre la disoccupazione rimaneva bassa grazie ai servizi e al settore immobiliare. Oggi nei paesi occidentali non è possibile una rapida "conversione strutturale" verso l'industria per l'esportazione perchè ciò richiede una "manodopera specializzata che è andata largamente persa e che non può essere ripristinata da un giorno all'altro". Anche PatrickArtus, analista della Banca si Investimento francese Natixis ritiene che la "reindustrializzazione sarà difficilissima, se non impossibile". Il basso ritmo negli USA e in Europa spingerà ulteriormente alle delocalizzazioni nelle nuove aree, e i capitali a lungo termine necessari all'investimento industriale saranno difficili da ottenere. La causa è la crisi delle nascite. La crisi demografica è una malattia senile dell'imperialismo che in qualche modo tocca tutte le metropoli. L'attenzione è andata finora a ridurre i diritti dei lavoratori e dei pensionati (welfare), ma ciò che balza all'evidenza è il brusco calo delle nascite. Mano a mano che arrivano all'età adulta le leve disponibili, decurtate negli anni Settanta e Ottanta, oggi iniziano a ridursi. Le leve che li seguiranno, che sono oggi in Italia fra i 10 e i 29 anni di età, saranno decurtate di un terzo; saranno 12,5 milioni. In Germania si passerà da 24,6 a 18,5 milioni. In Germania, secondo l'Istituto DIW di Berlino entro 4 anni mancheranno oltre 220,000 tecnici diplomati in matematica, informatica e altre discipline scientifiche. Due milioni di disoccupati non corrispondono alle esigenze di specializzazione delle aziende. L'orologio tedesco anticipa solo di una manciata di anni il trend italiano della carestia demografica. La chiacchiera italiana sarà sopraffatta dalla situazione del lavoro.Così il capitalismo ancora una volta si mostra incapace di risolvere i problemi della gente.Per questo è indispensabile e improcrastinabile la presa di coscienza della gente che è necessario instaurare un nuovo sistema economico.A questo punto apriamo una parentesi: si dice che il comunismo ha fallito. Ma il comunismo può esserci solo dopo che il capitalismo ha svolto il suo compito di sviluppare le forze produttive. In Russia invece, ai tempi della rivoluzione i mezzi di produzione non erano affatto sviluppati. In Russia e in altri paesi sottosviluppati c'è stato il collettivismo, che non è comunismo. Quando non ci sono sufficienti mezzi di produzione è chiaro che l'uomo è spinto contro l'uomo per sopravvivere e prevale l'egoismo. Il comunismo vero invece ha bisogno di cooperazione e di pace. Per questo alla base della produzione non ci deve essere più la centralizzazione del capitale in poche mani, ma le fabbriche devono appartenere a tutta la gente e la produzione deve essere sotto il controllo dell'intero popolo. In questo modo le fabbriche potranno restare aperte finchè ci sarà bisogno di beni e tutti otterranno i beni a loro necessari. Poi certamente la scala della produzione si ingrandirà perchè oggi abbiamo macchine molto potenti che possono effettuare il ricambio con la natura e la gente potrà avere anche più dello strettamente necessario.Ciao a tutti

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