Questo blog si ispira all'opera di Galileo Galilei che fu uno dei padri del metodo scientifico della scienza moderna. E in nome della scienza vera sono impegnato nella battaglia contro la superstizione, il pregiudizio e l’egemonia delle religioni. E una superstizione è quella che alla base del riscaldamento globale ci sono le attività dell’uomo. Niente di più sbagliato, come è detto in molti articoli di questo sito. Marx, poi, la scienza la applicò anche all’analisi della società e degli aspetti economici di questa, traendone la conclusione che è necessaria una società nuova che viva nel benessere e lontano dalle guerre. L’unione fa la forza, contro il malessere e la solitudine.


Lo sfacelo della TV pubblica. Troppe canzoni, TG1 e TG2 servi.

Leggiamo oggi su Repubblica.it la situazione della TV pubblica. Molti debiti e paradossalmente tanti sprechi. La qualità dei Canali RAI è poi secondo me scarsissima. Sempre canzoni, personaggi e cantanti vecchi, sentiti e risentiti. Ora poi anche gli spot sono presentati con il sottofondo di brani musicali bellissimi, ma che vengono associati ad una autovettura o a un detersivo. Certi brani dovrebbero essere salvaguardati. Non si dovrebbe proporre un'auto con il sottofondo di un brano musicale sacro. Per non parlare dell'informazione. Il Tg1 stravolge spesso le notizie o le nasconde a favore di Berlusconi. Il Tg2, anche se in maniera meno sfacciata, fa la stessa cosa.Ma vediamo alcuni dati terrificanti della RAI:quali sono le fonti di entrata della Rai? In sostanza due: il canone e la pubblicità. ogni 100 euro incassati da Viale Mazzini 50,4 arrivano dall'abbonamento (1,6 miliardi nel 2008) e 37 dagli spot (il resto da convenzioni con lo Stato e da cessione di diritti). Il tasso d'evasione sull'imposta per la tv è in crescita costante: a inizio millennio viaggiava al 21%, oggi siamo a un soffio dal 28%, contro una media europea dell'8%.In Campania e Sicilia, le partite di Napoli e Palermo (squadre in odore di Champions) registrano ascolti da primato sia su Sky che su Mediaset Premium. E i tifosi pagano per vedere le gare senza farsi problemi. Ma quando si tratta di versare il canone, 45 famiglie campane e 41 siciliane ogni 100 se ne dimenticano. Tradotto in soldoni, l'evasione costa 550-600 milioni di mancate entrate l'anno per le reti pubbliche, quanto basterebbe per dare loro totale sicurezza finanziaria. Non solo.Quanto costa la Rai? Risposta semplice: molto più dei concorrenti privati, anche per gli obblighi legati al servizio pubblico, come il network di sedi regionali. Viale Mazzini ha 13.366 dipendenti (la metà della Bbc e della tv statale tedesca Ard che pure hanno share minori) tra cui 2.006 giornalisti - il quadruplo di Mediaset e sette volte quelli di Sky - 345 dirigenti, 128 orchestrali e coristi e persino 12 medici ambulatoriali. Ogni lavoratore Rai, calcolano con precisione chirurgica gli analisti di R&S Mediobanca, costa 89mila euro (81mila quelli del Biscione, 50mila da Murdoch) ma produce "solo" 278mila euro di fatturato contro i 659mila degli uomini di Cologno e 673mila da Murdoch. Su 100 euro incassati da viale Mazzini, 32,3 servono per pagare gli stipendi, contro i 12,3 di Mediaset e i 7,4 di Sky.Più costi, naturalmente, si traducono in meno utili. Il margine operativo netto della società guidata da Mauro Masi è di 2,1 euro ogni 100 di entrate. I network di Berlusconi (24 euro su 100 di utili) e quelli del tycoon australiano (11,1) fanno molto meglio.Quanto investe la Rai? Poco, dice chi ci lavora sul campo, lamentando mezzi tecnici obsoleti. Un'impressione che trova conferme puntuali sul bilancio. Viale Mazzini apre ancora il portafoglio per i diritti - specie per le fiction - ma poco per gli impianti. La spia è la percentuale di investimenti materiali già ammortizzati, indice che misura la rotazione delle attrezzature (per cui a valore più alto corrisponde un magazzino più vecchio): la Rai è all'81,8%, Mediaset al 64%. Sky al 59%.Quanto pesa la politica? Ancora molto. E non solo nella nomina ai vertici di viale Mazzini di cda disegnati con il manuale Cencelli, abilissimi a filtrare umori (e telefonate) dei palazzi romani ma spesso di dubbia competenza. La Rai paga decine di dirigenti e direttori per non fare niente. Sono gli epurati, i "trombati", gli uomini e le donne che uno spoil-system rigorosamente bipartisan rottama quando arriva al potere, per fare posto ai paladini di turno. Lo scorso 17 dicembre, in pochi minuti, sono stati nominati 22 nuovi vicedirettori tra cui 5 per Rai International (società in ristrutturazione con 50 giornalisti in organico e due vice-direttori già a ruolo ma inattivi). La Corte dei Conti ha riaperto nelle ultime settimane un'istruttoria sul parcheggio dei dirigenti e dei direttori giornalistici nulla-facenti. E la Corte dei Conti si occupa anche di Alfredo Meocci, direttore generale nominato malgrado la manifesta incompatibilità nel 2005. Costato 14 milioni di multa a viale Mazzini.Sempre a proposito dei costi della partitocrazia, ci sono dirigenti ormai usciti dalla scena - nel pieno di clamorosi casi politici - che provano a rientrare dal portone principale della Rai accompagnati da risarcimenti milionari. Sono passati due anni dalle telefonate tra Berlusconi e Agostino Saccà. In quelle chiamate, il Cavaliere raccomandava un'attrice a Saccà, potente capo di RaiFiction. Berlusconi voleva blandire un senatore del centrosinistra, portarlo dalla sua parte e togliere la maggioranza al governo Prodi. Saccà pagò il caso con l'allontanamento dal suo potentato. A febbraio 2009, la Procura di Roma ha archiviato le posizioni di Berlusconi e Saccà. A luglio, il Tribunale di Roma ha riconosciuto a Saccà una indennità di preavviso, ma non il reintegro nella Rai che il dirigente aveva intanto lasciato. Ora Saccà conduce una nuova offensiva, a colpi di carte bollate.Il 28 gennaio scorso, il direttore generale della Rai Masi informa il consiglio di amministrazione che Saccà minaccia una richiesta di risarcimento di 10 milioni. E descrive un possibile accordo pacifico che prevede intanto il pagamento a Saccà di 1,2 milioni netti. Non solo. Saccà verrebbe beneficiato di un contratto quadriennale in favore della sua nuova società di produzione - la August's Sun di cui è socio e amministratore unico - che fornirebbe sceneggiati della tv di Stato.

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