Questo blog si ispira all'opera di Galileo Galilei che fu uno dei padri del metodo scientifico della scienza moderna. E in nome della scienza vera sono impegnato nella battaglia contro la superstizione, il pregiudizio e l’egemonia delle religioni. E una superstizione è quella che alla base del riscaldamento globale ci sono le attività dell’uomo. Niente di più sbagliato, come è detto in molti articoli di questo sito. Marx, poi, la scienza la applicò anche all’analisi della società e degli aspetti economici di questa, traendone la conclusione che è necessaria una società nuova che viva nel benessere e lontano dalle guerre. L’unione fa la forza, contro il malessere e la solitudine.


La debolezza di tanti paesi UE favorisce la Germania

Secondo l'abile finanziere Soros la Germania ha reagito in maniera errata alla crisi finanziaria del 2008, imponendo un periodo di austerity invece che di rilancio economico, come fecero gli americani dopo la seconda guerra mondiale con il Piano Marshall. “Il Piano Marshall ha portato allo sviluppo della Ue mentre Berlino ha imposto un programma di austerità che ha servito solo il suo ristretto interesse particolare“. E ciò è sotto gli occhi di tutti: la Germania sta beneficiando costantemente di una moneta svalutata in quanto l’euro è più debole di come sarebbe oggi il marco. Così le merci tedesche sono più a buon mercato e guadagnano quote di mercato sui mercati esteri. Al contrario per l’Italia l’euro è più forte di come sarebbe la lira. L’area a cambi fissi può tenere solo se i surplus tedeschi venissero reinvestiti nelle aree più in difficoltà ma i tedeschi si guardano bene dal farlo così come non investono il loro surplus di bilancio per rilanciare i consumi interni alla Germania. Inoltre la politica espansiva di Draghi sta avvantaggiando in primo luogo proprio la Germania visto che le aziende tedesche possono finanziarsi a tassi vicini allo zero (le banche erogano credito poiché sono state risanate con 250 miliardi di soldi pubblici quando ciò era consentito dall’Europa) e spingere le produzioni. L’ultimo dato sull’inflazione tedesca, in crescita all’1,7%, benché spinta dai prezzi del petrolio sta a dimostare che è la Germania la maggiore beneficiaria dell’eurozona: i Paesi dell’area euro chiudono il 2016 con un timido +1,1%, mentre l’Italia ha salutato l’anno in deflazione per la prima volta dal 1959.
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