Questo blog si ispira all'opera di Galileo Galilei che fu uno dei padri del metodo scientifico della scienza moderna. E in nome della scienza vera sono impegnato nella battaglia contro la superstizione, il pregiudizio e l’egemonia delle religioni. E una superstizione è quella che alla base del riscaldamento globale ci sono le attività dell’uomo. Niente di più sbagliato, come è detto in molti articoli di questo sito. Marx, poi, la scienza la applicò anche all’analisi della società e degli aspetti economici di questa, traendone la conclusione che è necessaria una società nuova che viva nel benessere e lontano dalle guerre. L’unione fa la forza, contro il malessere e la solitudine.


Lo Stato guadagna dalle intercettazioni molto più del loro costo

Anno 2008. Secondo Alfano intercettazioni in Italia sarebbero “troppe”. Il Guardasigilli dice addirittura che “gran parte del Paese è sotto controllo”. Figuriamoci: 45 mila decreti di ascolto all’anno, su 3 milioni di processi, sono un’inezia. Le intercettazioni non sono né poche né troppe: sono quelle che i giudici autorizzano in base alle leggi vigenti, in rapporto all’unico parametro possibile: le notizie di reato. In Italia ci sono troppi reati e delinquenti, non troppe indagini e intercettazioni. L’alto numero di quelle italiane dipende dal fatto che da noi possono effettuarle solo i giudici, con tutte le garanzie dal caso, dunque la loro effettuazione è registrata ai fini contabili. Negli altri paesi a intercettare sono soprattutto servizi segreti e polizie varie (in Inghilterra addirittura il servizio ambulanze e gli enti locali), senz’alcuna registrazione ufficiale contabile.Le intercettazioni andrebbero limitate in nome della privacy. Altra superballa: la privacy è tutelata dalla legge sulla privacy, che però si ferma là dove iniziano le esigenze della giustizia. Ciascuno rinuncia a una porzione della sua riservatezza per consentire allo Stato, con telecamere sparse in ogni dove e controlli svariati, di reprimere i reati e proteggere le vittime.Le intercettazioni “costano troppo”. Mavalà. A parte il fatto che costano molto meno di quanto fanno guadagnare allo Stato (due mesi di ascolti a Milano sulle scalate bancarie han fatto recuperare 1 miliardo di euro, quanto basta per finanziare 4 anni d’intercettazioni in tutt’Italia, che nel 2007 son costate 224 milioni). In generale lo Stato anche attraverso le intercettazioni recupera dalla malavita decine di miliardi.Infatti il ministro Maroni dichiarava a maggio del 2010: "negli ultimi due anni le forze di polizia hanno arrestato oltre 5.300 mafiosi e sequestrato beni alla criminalità organizzata per oltre 11 miliardi di euro." "Dall'inizio dell'attività del governo le forze di polizia hanno arrestato oltre 5.300 mafiosi, in media otto al giorno, e catturato 360 latitanti, dei quali ben 24 inseriti nell'elenco dei 30 più pericolosi", diceva Maroni. Le intercettazioni poi potrebbero costare zero euro se lo Stato, anziché pagare profumatamente i gestori telefonici, li obbligasse – sono pubblici concessionari – a farle gratis. Un po’ come si fa per le indagini bancarie, che gli istituti di credito – pur essendo soggetti privati – svolgono gratuitamente.Ma alla Procura di Roma non aspettano.Dall'1 dicembre 2010 c'è un nuovo software per le intercettazioni della Procura, un software di cui la stessa Procura è proprietaria e gestore, evitando così di subappaltare a ditte esterne. Un notevole risparmio economico con una maggiore tutela della riservatezza dei dati e delle inchieste, visto che gli unici che vi hanno accesso sono l'autorità giudiziaria e gli investigatori. Il nuovo "sistema tecnologico proprietario" costa 300.000 euro ed è attivo dall'otto dicembre scorso con un nuovo Centro intercettazioni comunicazioni elettroniche (Cice).  Si inserisce, secondo quanto si legge in una nota diffusa da piazzale Clodio, nell'ambito di un'iniziativa che ha visto la Procura "nominata dal ministero della Giustizia polo pilota per la sperimentazione dei sistemi di intercettazione" e attua l'obiettivo prefissato dal 18 giugno 2002 di assicurare la riservatezza delle operazioni spettanti per legge alla sola autorità giudiziaria, escludendo apparecchiature di soggetti terzi e relativi costi. In particolare questa novità, "finanziata dal Ministero della Giustizia ha determinato il risparmio dei costi di noleggio (delle apparecchiature), ammontanti annualmente per la sola Procura di Roma a milione e 825 mila euro. E si sta esaminando la possibilità di estensione a tutti gli uffici giudiziari d'Italia, per il tramite del Ministero della Giustizia, con conseguente abbattimento della spesa di giustizia relativa alle intercettazioni quantificabile mediamente in 200 milioni di euro annuali, risorse destinabili alla informatizzazione del processo per conseguire l'obbiettivo di un più efficiente e tempestivo servizio giustizia.

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