Questo blog si ispira all'opera di Galileo Galilei che fu uno dei padri del metodo scientifico della scienza moderna. E in nome della scienza vera sono impegnato nella battaglia contro la superstizione, il pregiudizio e l’egemonia delle religioni. E una superstizione è quella che alla base del riscaldamento globale ci sono le attività dell’uomo. Niente di più sbagliato, come è detto in molti articoli di questo sito. Marx, poi, la scienza la applicò anche all’analisi della società e degli aspetti economici di questa, traendone la conclusione che è necessaria una società nuova che viva nel benessere e lontano dalle guerre. L’unione fa la forza, contro il malessere e la solitudine.


Il nostro modello di società è insostenibile. Debito pubblico

Lo ho già sostenuto altrove. Questo modello di società non è sostenibile.Non è mai stato giusto, perchè alla base di esso c'è una una grande ingiustizia: lo sfruttamento del lavoro salariato, che è la madre di tutte le altre ingiustizie. Poi, man mano che andiamo avanti, il capitalismo mostra in maniera sempre più esaltata tutte le sue mortali debolezze. Questo è ciò che è successo a partire dal mese di settembre del 2008 quando l’economia mondiale ha iniziato a mostrare segni sempre più evidenti di rallentamento: da quel momento è crollata la fiducia nella capacità di rispettare gli impegni di pagamento e abbiamo assistito ad una violentissima diminuzione dei prestiti privati in obbligazioni alle banche, che ha portato fra l'altro al fallimento della banca Lehman Brothers.Così alla distruzione di moneta privata si è fatto fronte con la creazione di moneta pubblica (concessione di prestiti alle banche da parte dello Stato con conseguente aumento del debito pubblico).In particolare in Italia in un’epoca di competizione territoriale sempre più spinta, un debito pubblico della portata di quello italiano origina conseguenze pesantissime, con diffcoltà altrettanto pesanti del debito pubblico per un rientro urgente a livelli fisiologici. Fra le tante conseguenze ricordiamo:
  • la scarsità di risorse per finanziare le scelte strategiche e gli investimenti per lo sviluppo (ricerca, scuola, infrastrutture, sostegno all’economia) di cui il Paese ha bisogno, perché il debito assorbe, in interessi, una parte significativa delle risorse.
  • il governo presta attenzione, più che ad altre cose importanti, alle valutazioni delle agenzie di rating (che indicano con quanta sicurezza gli stati possono pagare il debito) più che dalla bontà delle scelte strategiche in politica economica;
  • lo squilibrio tra ciò che pagano i contribuenti e la quantità/qualità dei servizi che ricevono;
  • la condanna ad un’elevata pressione fiscale, a causa della penuria di risorse conseguente ad una gravosissima spesa pubblica, vale a dire la condanna ad andare verso la direzione opposta a quella richiesta dalla competizione territoriale. Piaccia o non piaccia si è nell’epoca anche della competizione fiscale cioè del cercare di ridurre la tassazione, come dimostrano i comportamenti di molti Paesi, a cominciare dal Regno Unito. Risulta una contraddizione profonda: da una parte si desidera più concorrenza e dall’altra parte si ignora che occorre un riduzione delle tasse a carico di aziende e dipendenti, illudendosi che investitori ed operatori possano essere disponibili investire dove non conviene;
  • la mancata creazione di benefici a vantaggio di investitori esteri, che attualmente detengono più della metà del debito pubblico italiano.
  • Una disoccupazione, una precarietà e una povertà destinate a salire specialmente al sud, visto che al nord stanno cercando di pensare solo alla propria pelle, dimenticandosi che tanti lavoratori del sud negli anni passati hanno lavorato al nord, portando lì benessere.
  • ipotesi più disastrosa e improbabile: rischio di bancarotta per l'Italia. Ipotesi nella quale sarebbero a rischio risparmi in banca, stipendi pensioni, ecc..
Ripeto ancora una volta che sarà quasi impossibile risolvere questi problemi in Italia. E nel mondo è già in atto una recessione spaventosa, dalla quale gli stati si riprenderanno molto lentamente.Secondo me dobbiamo pensare a cambiare sistema economico: i mezzi di produzione nelle mani del popolo. Produrre per i bisogni della gente.Produrre per i bisogni della gente significa non fermare tutto perchè le persone sono così povere che non hanno i soldi per comprare.

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