Questo blog si ispira all'opera di Galileo Galilei che fu uno dei padri del metodo scientifico della scienza moderna. E in nome della scienza vera sono impegnato nella battaglia contro la superstizione, il pregiudizio e l’egemonia delle religioni. E una superstizione è quella che alla base del riscaldamento globale ci sono le attività dell’uomo. Niente di più sbagliato, come è detto in molti articoli di questo sito. Marx, poi, la scienza la applicò anche all’analisi della società e degli aspetti economici di questa, traendone la conclusione che è necessaria una società nuova che viva nel benessere e lontano dalle guerre. L’unione fa la forza, contro il malessere e la solitudine.


Problema dei rifiuti? Ecco come risolverlo definitivamente

Da un articolo del Prof Battaglia, professore associato dell'Università Roma Tre
Esiste un modo razionale di affrontare e risolvere il problema dei rifiuti solidi urbani (Rsu)? La risposta è sì: basta attenersi a semplici regole. La prima delle quali deve essere: fare il contrario di ciò che dicono i Verdi (e De Magistris) di fare. Non è polemica, è la realtà delle cose. Quello dello smaltimento dei Rsu è un problema relativamente semplice, che in tutti i Paesi sviluppati è stato risolto in modo pragmatico, e che in Italia appare ancora un problema tecnico e gestionale insuperabile, giacché si continuano a proporre cervellotici sistemi alternativi, tipo la raccolta cosiddetta porta-a-porta o la raccolta differenziata spinta.

Lo schema oramai consolidato, a livello internazionale, per la chiusura del ciclo di gestione dei Rsu consta delle seguenti fasi. 1) Raccolta differenziata solo fino al raggiungimento della saturazione del mercato delle materie recuperate: non oltre, altrimenti tutto il materiale recuperato in più è inviato inevitabilmente in discarica o all’incenerimento, ma a costi esorbitanti. 2) Dai rifiuti che rimangono a valle della raccolta differenziata, recuperare materiale combustibile di qualità (Cdr). 3) Incenerire con produzione di energia elettrica e calore la parte residua (separata da metalli e inerti) dalle due fasi precedenti. 4) Smaltire in discarica i residui provenienti dalle tre fasi precedenti (residui dagli impianti di valorizzazione del materiale della raccolta differenziata, dagli impianti di produzione di Cdr, e residui dagli inceneritori).

I rifiuti di Napoli sono non solo quello scempio che vediamo in televisione, ma soprattutto le ecoballe accumulate per anni, che, lo si volesse fare con un solo inceneritore, richiederebbero almeno 10 anni per smaltirle. Nel 2008, durante le amministrazioni di sinistra (governo, regione, provincia e comune) i napoletani si trovarono oltre 2 milioni di tonnellate di Rsu sul groppone: non avendo inceneritori ed avendo esaurito le discariche, spedivano i propri Rsu ai tedeschi, che applicavano una tariffa di oltre 200 euri per tonnellata (escluso il trasporto), ma la Regione poté impegnare nei precedenti 5 anni solo 400 milioni degli 800 necessari.

Cosa fare, allora? Punto primo, dichiarare un temporaneo stato di emergenza nazionale. È necessario per impedire, con la forza della legge, le protesta che si solleveranno, possiamo esserne sicuri, qualunque siano le decisioni prese. Punto secondo: chiedere ai Comuni che ospitano i 50 inceneritori che vi sono in Italia (di fatto obbligarli, in nome dello stato d’emergenza del punto primo) di far lavorare in continuo i loro impianti fino a che la Campania non rientri nella norma. Si versino nelle casse degli impianti e dei relativi Comuni i 200 euri per tonnellata che nel passato erano state versate nelle casse dei tedeschi, e utilizzare parte di quei proventi per ridurre la Tarsu ai cittadini di quei Comuni. Punto terzo: avviare un programma di informazione nazionale sulla necessità di raddoppiare il parco nazionale degli inceneritori, facendo ben presente a tutti che l’incenerimento (magari accoppiato col recupero energetico) è il metodo più sicuro per la salute e più rispettoso dell’ambiente di smaltire i nostri rifiuti ordinari. Punto quarto: avviare – dichiarandola necessità nazionale indifferibile – la costruzione degli impianti di incenerimento in Campania e nelle altre regioni che ne sono carenti, programmando anche la riduzione delle discariche. Le proteste velleitarie siano perseguite in nome del punto primo, invocando, ove necessario, il reato di procurato allarme.

Credo che i cittadini normali sapranno apprezzare. Dopo tutto, a sconfessare i No-Tav basta ricordare che grazie alla Tav si va in mezz’ora da Bologna a Firenze e in 3 ore da Roma a Milano. E a sconfessare chi protesta contro gli inceneritori in nome del sogno dei rifiuti-zero basta osservare quanto esiziale sarebbe se in nome del sogno malattie-zero ci si astenesse dal costruire gli ospedali.

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