Questo blog si ispira all'opera di Galileo Galilei che fu uno dei padri del metodo scientifico della scienza moderna. E in nome della scienza vera sono impegnato nella battaglia contro la superstizione, il pregiudizio e l’egemonia delle religioni. E una superstizione è quella che alla base del riscaldamento globale ci sono le attività dell’uomo. Niente di più sbagliato, come è detto in molti articoli di questo sito. Marx, poi, la scienza la applicò anche all’analisi della società e degli aspetti economici di questa, traendone la conclusione che è necessaria una società nuova che viva nel benessere e lontano dalle guerre. L’unione fa la forza, contro il malessere e la solitudine.


Le scelleratezze degli ecologisti italiani

La Ue ci ha comminato 40 milioni di multa; più altri 40 ogni sei mesi se non ci diamo una mossa sulla gestione dei rifiuti. Peggio per noi.

Ci siamo fatti ingannare e la paghiamo cara. La paghiamo cara sull'energia: grazie ai Verdi e alle associazioni ambientaliste che ci hanno ingannato, le famiglie e le imprese italiane pagano il chilovattora elettrico più caro del mondo. Anzi - potete verificare da soli - la vostra bolletta elettrica è raddoppiata in soli sette anni, sebbene Prodi a suo tempo vaneggiava di riduzioni grazie al sole e al vento che, secondo lui, erano gratis.

E paghiamo caro l'ascoltare quelli che pontificano sulla raccolta differenziata, su quella porta-a-porta, e su comiche del tipo: «I rifiuti sono una ricchezza e dobbiamo venderli» (copyright Beppe Grillo). Ancora oggi si scende in piazza contro inceneritori come quelli che hanno tutti i paesi della stessa Ue che ci sta sanzionando. Eccoli i risultati: le nostre città sono una discarica a cielo aperto. Fateci caso: è decuplicato il numero di immondi cassonetti. Da Trieste a Modena, da Modena a Roma, è un fiorire di monnezza per strada. Contemporaneamente, la tassa sui rifiuti è cresciuta a dismisura. Per forza: stiamo adottando il modo più inefficiente e, parimenti, più costoso, di affrontare un problema altrimenti semplice, già affrontato e risolto ovunque nel mondo civilizzato.

Nei corridoi del ministero più pleonastico che c'è - si chiama dell'Ambiente e del Territorio, ma s'è dimostrato incapace di curarsi d'entrambi - è circolata una stravagante brochure secondo la quale (cito alla lettera) incenerire i rifiuti: 1) inquina, 2) uccide e continuerà a uccidere, 3) non elimina le discariche, 4) spreca energia, 5) non aiuta l'occupazione, 6) è una pratica superflua se si adotta la strategia rifiuti-zero.

Posto che l'incenerimento dei rifiuti è il modo più sicuro per la salute e più rispettoso dell'ambiente che c'è, v'è da dire che nessuno pretende di eliminare le discariche. Solo che senza inceneritori ce ne sono di più. Quanto all'energia, ogni attività umana, nessuna esclusa, e quindi anche la gestione dei nostri rifiuti (a cominciare dalla raccolta), usa energia. La produzione di calore da incenerimento può però mettersi a frutto. Per dire, negli Stati Uniti vi sono quasi duemila impianti d'incenerimento, e quelli dai quali si produce elettricità forniscono oltre 2 GW elettrici. Che è niente, ma è pur sempre venti volte di più di quel che forniscono, sempre negli Usa, gli impianti fotovoltaici.

Pensate - dice la brochure - l'inceneritore di Brescia ha solo 80 dipendenti. Logica stravagante. Quello di Brescia si cura dei rifiuti di due milioni di persone, che possono permettersi di fare altre cose proprio perché sono solo 80 quelli che fanno gli spazzini per tutti. O sarebbe meglio che ciascuno di noi facesse lo spazzino dei propri rifiuti, sì da essere, tutti, felicemente «occupati»? Quella poi di non volere inceneritori in nome di un non meglio identificato obiettivo di rifiuti-zero, è una bischerata sesquipedale, buona per i per gonzi: come non volere gli ospedali per perseguire la strategia malattie-zero.

L'Austria (otto milioni di abitanti) porta 6 milioni di tonnellate l'anno di rifiuti in impianti di incenerimento, uno dei quali, enorme, si trova nel bel mezzo di Vienna, visitabile, e visitato, dai turisti. In sintonia con uno schema, a livello internazionale ormai consolidato, per la chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti: 1) raccolta differenziata solo fino al raggiungimento della saturazione del mercato delle materie recuperate; 2) recupero di materiale combustibile di qualità dai rifiuti che rimangono a valle della raccolta differenziata; 3) incenerimento con produzione di energia elettrica e calore della parte residua (separata da metalli e inerti) dalle due fasi precedenti; 4) smaltimento in discarica solo dei residui provenienti dalle tre fasi precedenti. Noi non facciamo nulla di tutto questo. Peggio per noi.

Mi trovo completamente d'accordo con questo articolo del Prof Battaglia 
Quanto alle polveri sottili, ecco come sta la questione:
Da: http://www.nove.firenze.it/a701260029-termovalorizzatori-sono-responsabili-solo-dell-1-dell-inquinamento.htm
"
Firenze - Solo il 2% del nanoparticolato (PM 01) è attribuibile ai termovalorizzatori, mentre il 60% proviene dal traffico, il 19% dall’industria, il 10% dagli impianti di produzione di energia, il 7% dalla combustione domestica, il 2% da altri fattori. A dirlo è uno dei pochissimi studi esistenti sulle nanoparticelle, realizzato in Inghilterra. E, considerando tutte le sorgenti inquinanti nella piana fiorentina, l’apporto di un termovalorizzatore rappresenterebbe all’incirca l’1% di quanto produce il solo traffico dei motori diesel. Inoltre, mettendo a confronto un termovalorizzatore con una discarica, ne esce penalizzata la discarica anche con maggiori emissioni di C02 in atmosfera. Tutti numeri che ci invitano a riflettere e ad allontanare gli allarmismi: questi le conclusioni, corredate da altri importanti dati diffusi da dirigenti e tecnici dell’Arpat durante un’audizione della commissione Territorio e ambiente del Consiglio regionale, presieduta da Erasmo D’Angelis (Margherita), che ha voluto fare il punto sulle conoscenze scientifiche che riguardano i termovalorizzatori.
Secondo i dati diffusi dall’Arpat – in commissione c’erano Roberto Gori, Daniele Grechi e Rossella Francalanci - nella nostra regione il 76% dei rifiuti finiscono in discarica, mentre solo l’8% prende la strada della termodistruzione; le medie europee sono del 44% per le discariche e del 20% per la termodistruzione. Firenze è la città italiana meglio monitorata e indagata sotto l’aspetto dell’inquinamento, anche delle più piccole particelle: per il 50 per cento il responsabile è il traffico urbano, poi c’è il riscaldamento urbano, l’inquinamento dal suolo e la combustione industriale. Siamo però in discesa almeno dal 1995, grazie ai nuovi filtri per le auto, alle riconversioni del riscaldamento e alle tecnologie di abbattimento dell’industria. Per gli esperti dell’Arpat, un termovalorizzatore nella piana potrebbe portare un contributo minimo, intorno all’1 per cento del traffico dei motori diesel e, tra l’altro, lo spostamento di 500 metri non cambierebbe nulla: le ricadute minime di un camino altro tra i 40 e i 50 metri si disperderebbero in un’area vasta."

Riferimenti: 
http://www.ilgiornale.it/news/politica/multe-ue-fatele-pagare-agli-ecologisti-1072697.html

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