Questo blog si ispira all'opera di Galileo Galilei che fu uno dei padri del metodo scientifico della scienza moderna. E in nome della scienza vera sono impegnato nella battaglia contro la superstizione, il pregiudizio e l’egemonia delle religioni. E una superstizione è quella che alla base del riscaldamento globale ci sono le attività dell’uomo. Niente di più sbagliato, come è detto in molti articoli di questo sito. Marx, poi, la scienza la applicò anche all’analisi della società e degli aspetti economici di questa, traendone la conclusione che è necessaria una società nuova che viva nel benessere e lontano dalle guerre. L’unione fa la forza, contro il malessere e la solitudine.


Giovanni Paolo II amico dei massacratori. Santo mai.

Ai tempi della Polonia sotto i pur odiosi stalinisti difendeva la democrazia e la libertà. Ma non lo ha fatto con le feroci dittature militari dell'America Latina. Anzi nel 1990 come papa ha addirittura incontrato amorevolmente Pinochet e moglie e gli ha stretto la mano.



Quindi un impegno solo politico e per nulla umanitario.


Ma dov'è la democrazia e quello che essa promette? Salvador Allende era un presidente spontaneamente eletto dal popolo cileno. Allora la democrazia vige solo se non si mettono in discussione le ricchezza dei padroni della terra!
Solo sotto il regime di Pinochet migliaia di cileni esiliati, 2000 desaparecidos, oltre 27 mila vittime di torture o di detenzione politica.

Nel febbraio del 1999, la madri di Plaza de Mayo scrivono una lettera al pontefice, dura, durissima, in risposta alle prese di posizione del papa a difesa di Pinochet.
Nel 1999, Pinochet viene infatti arrestato in Inghilterra su mandato internazionale del giudice spagnolo Baltasàr Garzon. L'imputazione è di tortura ed omicidio di cittadini spagnoli.
Il papa fa sapere alla Camera dei Lord la propria preferenza perché l’estradizione dell’ex dittatore in Spagna non venga concessa e, sempre nel 1999, fa una richiesta di perdono per i crimini commessi dal generale cileno.
Ecco il testo della lettera delle Madri di Plaza de Mayo:
"Buenos Aires 23 febbraio 1999
Sig Giovanni Paolo II
Ci è costato diversi giorni assimilare la richiesta di perdono che Lei, Sig. Giovanni Paolo II, ha inoltrato in favore del responsabile di genocidio Pinochet.
Ci rivolgiamo a Lei come cittadino comune, perchè ci sembra aberrante che dalla sua poltrona di Papa in Vaticano, senza conoscere, senza avere sofferto sulla sua pelle la tortura con scariche elettriche, le mutilazioni e le violenze sessuali, abbia il coraggio di chiedere, in nome di Gesù Cristo, clemenza per l'assassino Pinochet.
Gesù è stato crocifisso e la sua carne è stata lacerata dai Giuda come Lei che oggi difende gli assassini.
Sig. Giovanni Paolo II, nessuna madre del Terzo Mondo che ha dato alla luce, allattato e curato con amore un figlio che è stato mutilato dalle dittature di Pinochet, Videla, Banzer, Stroessner, accetterà con rassegnazione la sua richiesta di clemenza.
Noi Madri ci siamo incontrate con Lei in tre occasioni, ma Lei non ha impedito i massacri, non ha alzato la voce in difesa delle nostre migliaia di figli durante quegli anni di terrore.
Adesso non abbiamo più dubbi su da quale parte sta Lei, ma sappia che malgrado il suo potere immenso, non potrà arrivare nè a Dio nè a Gesù
Molti dei nostri figli si sono ispirati a Gesù nel loro impegno per il popolo.
Noi Membri dell'Associazione delle Madri di Plaza de Mayo, attraverso una preghiera immensa che arriverà al mondo, chiediamo a Dio che non perdoni Lei, Sig. Giovanni Paolo II, perchè Lei denigra la Chiesa del popolo che soffre. Lo facciamo in nome dei milioni di esseri umani che morirono e continuano a morire ad opera degli assassini che Lei difende e sostiene."

DICIAMO: SIGNORE NON PERDONARE GIOVANNI PAOLO II
Associazione Madri di Plaza de Mayo
Hebe Bonafini
presidentessa

Ritornando a noi, poi, non ricordo mai una parola di condanna diretta da parte sua per i feroci dittatori di destra sudamericani . E poi, cosa molto importante, perchè Giovanni Paolo II non è mai andato prima da Pinochet ad implorarlo di ritornare nelle caserme e di smettere di perseguitare tante persone dal 1978 (data della sua elezione a papa) al 1989?

E che dire della santificazione da parte di Giovanni Paolo II, nel 1998, del torturatore di ebrei e serbi durante l'ultima guerra, arcivescovo Stepinac, croato?
Costituito il 10 aprile 1941 lo Stato Indipendente Croato, cioè il regime ustascia di Ante Pavelic, fu immediatamente posta in atto una mostruosa crociata volta al totale sterminio dei serbi ortodossi, degli ebrei e dei Rom, gli zingari. Nel corso di quattro anni vennero sterminati all’incirca un milione di esseri umani in una maniera così feroce che non ha avuto eguali, per le modalità, in tutto il corso della seconda guerra mondiale.... I massacri ustascia furono posti in atto con la maggiore pubblicità di fronte agli occhi di tutti: nelle strade, nelle piazze, nelle campagne.... I torturatori si facevano un vanto di essere ripresi dalle macchine fotografiche nell’atto di uccidere le vittime. Il numero delle vittime varia da settecentomila ad un milione. L’Enciclopedia Britannica riporta settecentomila, secondo il rapporto redatto dal Sottosegretario di Stato Usa Stuart Eizenstadt nel giugno 1998, inerente l’oro predato alle vittime degli ustascia e nascosto - secondo il rapporto stesso - in Vaticano, sono sempre settecentomila. Andrjia Artukovic, Ministro degli Interni dello Stato Croato Indipendente e capo di tutti i campi di sterminio, affermò al suo processo che nel solo campo di Jasenovac i trucidati furono settecentomila. L’orrore della crociata diventa ancora più fosco quando si considera la partecipazione fisica ai massacri di centinaia di preti e frati, in particolare i monaci francescani. Secondo la politica ustascia, i serbi dovevano essere tutti convertiti al cattolicesimo. Il Ministro Mile Budak affermò a proposito dei serbi "… un terzo lo convertiremo, un terzo lo uccideremo, un terzo verrà rimandato in Serbia".
A capo del campo di sterminio di Jasenovac, vi fu per un certo periodo il frate francescano, Filipovic-Majstorovic, detto Frà Satana. Al suo processo si vantò di aver ucciso oltre quarantamila prigionieri. Gli successe alla guida del campo un altro religioso. Nel mio saggio indico i nomi di circa 160 religiosi, colpevoli di partecipazione diretta all’eccidio, ma furono molti di più. Il Resto del Carlino, quotidiano bolognese, in due articoli del 18 e 22 settembre 1941, in pieno periodo fascista, pubblicò a firma di Corrado Zoli due articoli nei quali, inorridito, narrava gli eccidi commessi dai francescani. Altre testimonianze oculari, quelle degli appartenenti all’esercito italiano, la maggior parte delle quali accessibili a tutti conservate negli archivi dello Stato Maggiore - Ufficio Storico.
L’Arcivescovo Alojs Stepinac accolse con calore l’arrivo di Ante Pavelic, il Poglavnik (duce), ordinando che fosse cantato il Te Deum in tutte le chiese dello stato e diffondendo una lettera pastorale che incitava ad appoggiare il nuovo Stato perché esso "… rappresenta la Santa Chiesa Cattolica …". La Pastorale di totale appoggio al regime di Pavelic vedeva la luce quando già le prime notizie di massacri si erano diffuse e Galeazzo Ciano, Ministro degli Esteri Italiano e genero del Duce, annotava nel suo diario, il 28 aprile 1941, "… spoliazioni, rapine, uccisioni sono all’ordine del giorno". Il 26 giugno 1941, Ante Pavelic, che aveva già al suo attivo il massacro di 180 mila tra serbi ed ebrei, compresi tre vescovi e oltre cento pope ortodossi, concedeva udienza all’episcopato cattolico e, anche in quell’occasione, Stepinac non mancava di esternare lodi per il Poglavnik come documentato dai periodici cattolici, "Katolicki List" e "Hrvatski Narod" del 30 giugno 1941. Da ricordare che il 17 maggio precedente, Ante Pavelic, accompagnato da 120 ustascia in divisa, era stato ricevuto a Roma da Papa Pio XII. Alla fine dell’anno, l’Arcivescovo, che precedentemente con altri 11 religiosi cattolici era stato nominato deputato al Parlamento Croato, riceve la carica di capo dei cappellani delle Forze Ustascia. Più tardi riceverà anche un’altra onorificenza ustascia. Superfluo aggiungere che mai condannerà le efferatezze compiute davanti ai suoi occhi da individui con i quali per quattro lunghi anni intratterrà cordiali rapporti.
Riferimenti:
Articolo della stessa categoria: http://galileo2010.blogspot.it/2009/12/beatificazione-di-pio-xii-uno-scandalo.html

7 commenti

  1. Rispetto questa presa di posizione ma personalmente non la condivido. Il papa da buon papa metteva da parte i sentimenti personali per diffondere il messaggio di Gesù. Si lo so è difficile. Io come voi non ci sarei riuscito e invece il papa lo ha fatto. Gesù diceva di amare il prossimo, e ancora diceva a che serve amare solo gli amici. Se tutti osservarssimo queste regole di persone così di dittatori e sanguinari non ne esisterebbero. Certo è utopico per noi ma per chi vive per Cristo non lo è. Questa è la mia opinione e mi scuso con voi se la penso diversamente. Saluti.

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  2. Ciao Anonimo,
    secondo le tue considerazioni Giovanni Paolo II avrebbe almeno dovuto mandare un messaggio di amicizia o ricordare affettuosamente Bin Laden, Giuda o Hitler
    Cordiali saluti.

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  3. Chiedere a Dio di perdonarli. Il papa ha perdonato chi gli sparò così come Gesù ha perdonato chi lo ha messo in croce. Io capisco quanto dici ma a volte le cose non sono quelle che sembrano. Il papa in questione non a caso era ed è molto amato. Un mondo senza vendetta e senza odio è il presupposto per un mondo migliore. Se le persone che citi tipo hitler e simili avessero avuto il cuore come il papa adesso non ne staremo parlando. Io non so esprimere bene il mio pensiero ma per comprendere Giovanni Paolo 2 dobbiamo comprendere il Vangelo. Io non trovo le parole per esprimere la mia solidarietà nei confronti delle vittime. Io penso che i carnefici non debbano essere nemmeno processati ma direttamente condannati. Io a differenza del papa non ho capito l'insegnamento di Gesù di "quell'uomo" che chiamavano Maestro perché insegnava. Io a Dio chiedo di donare a me la Grazia per capire gli insegnamenti di Gesù. Saluti. Ah ...mi chiamo giovanni.

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  4. Ciao Giovanni,
    scusami innanzitutto se pubblico con ritardo questo tuo commento. E' stato un errore non voluto.
    Sinceramente non ho capito nulla di questo tuo commento...

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  5. Speriamo che Pinochet, dopo il perdono papale, marcisca in pace nel regno dei cieli. Amen.

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  6. Per il primo commentatore
    Ciao, mi chiamo Dario. Rispetto la tua posizione ma vorrei farti notare una cosa.
    In questo caso il punto è che Giovanni Paolo II, così come fu "indulgente" con Pinochet e altri del suo calibro, fu invece intransigente nei confronti del socialismo reale, dimostrando perciò di utilizzare due pesi e due misure. Frutto questo di una scelta politica (anti-comunista e filo-occidentale) ben precisa.
    Ora, al di là del fatto che le si condivida o meno, le scelte politiche sono legittime. Ciò che a mio modo di vedere non è legittimo è tentare di "nobilitare" tali scelte richiamandosi ai valori dei diritti umani a corrente alternata, solo quando conviene. Esattamente ciò che fece questo Papa: implacabile coi regimi comunisti, tanto quanto indulgente con i dittatori para-fascisti amici degli USA.
    Saluti

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  7. Anonimo, scrive giustamente che Giovanni Paolo II fu implacabile coi regimi comunisti, tanto quanto indulgente con i dittatori para-fascisti amici degli usa". Se avesse vissuto sulla sua pelle una dittatura ispirata al fascismo invece che avere vissuto in un paese, la Polonia, che era sotto il ferreo tallone di Mosca, la sua "indulgenza" probabilmente sarebbe stata di segno contrario. Ma la storia non si fa con i ma.

    E' impossibile che ci possano essere solo luci all'interno della biografia di un uomo, qualsiasi uomo, ancora più arduo che si diano solo luci nella biografia di un uomo che oltre a guida spirituale è anche un capo di stato. Le decisioni da prendere sono complesse, la diplomazia, la real politik si intreccia con le esigenze pastorali.

    Se errori sono stati fatti, bisognerà purtuttavia concedere che non sono stati commessi con l'intenzione di nuocere e di provocare dolore. La lettera delle madri di Plaza de Majo è un documento di grande durezza ma comprensibile.

    I cammini, soprattutto i cammini nella Storia non possono essere privi di inciampi nemmeno per un Papa.

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